La foto di un membro dell'UDC che fa il verso a Hitler riapre le polemiche. Il prof. Nenad Stojanovic: «Gesti che portano all'emulazione»
GINEVRA - L'ultimo caso è fresco di giornata: un politico dell'UDC che si fa fotografare in atteggiamenti rievocativi del Terzo Reich e facendo il verso a Hitler e ai suoi baffetti. Ma i casi di nostalgia di ritorno di uno dei capitoli più bui della storia dell'umanità non mancano qua e là in tutta Europa: in Italia durante una proiezione di un film organizzata dal partito di maggioranza Fratelli d'Italia, una "squadra" di spettatori si è presentata addirittura vestita da gerarca.
Le giustificazioni all'hitlerismo facile: solo goliardia. Ma la questione ha radici lontane: l'opinione del politologo Nenad Stojanovic - Goliardia, si dice, scherzi da Führer. Ma davvero lo spasso di certi "buontemponi" dall'hitlerismo facile, può essere confinato dentro i recinti di un tipo di folclore che i più accondiscendenti reputano solo spintosi un po' più in là? E soprattutto, non contribuisce il vento di destra che spira in molti Paesi a dare vigore a questi episodi? Per il politologo Nenad Stojanovic, che insegna all'Università di Ginevra, «il fenomeno c'è sempre stato, addirittura dopo la Seconda guerra mondiale, quando una seppur minoritaria parte di popolazione era o attivamente convinta di certe ideologie o le approvava un po' più passivamente».
Sul perché «nell'umanità c'è una minoranza delle persone che condivide dei pregiudizi verso le minoranze e pensa che certi gruppi di persone, per la loro religione, colore della pelle siano meno umani, è questione che andrebbe posta ai sociologi o agli psicologi. Io come politologo, semplicemente, constato che questa percentuale di popolazione che manifesta certi pensieri c'è e probabilmente c'è in tutte le società».
Parti della politica con atteggiamenti da "spalluccia" facilitano il compito degli estremisti - È d'accordo sul fatto che certi atteggiamenti da "spalluccia", e velatamente assecondanti di parti della politica, possono legittimare certe manifestazioni d'intolleranza e autorizzare delle messe in scena come quelle che ogni tanto le cronache registrano. «Se un politico eletto, diciamo un Primo ministro di un Paese o il Presidente di quel Paese stesso, non si fa problemi a fare pubblicamente delle considerazioni che possiamo dire razziste o al limite del razzismo o implicitamente o esplicitamente, è chiaro che poi dopo la popolazione o una fetta della popolazione, quella di cui parlavamo all'inizio, si sente più autorizzata a usare certe espressioni».
"La forza civilizzatrice dell'ipocrisia nelle democrazie" e il sociologo norvegese Jon El Ester - Cita il sociologo norvegese Jon Elster e il suo concetto di "forza civilizzatrice dell'ipocrisia nelle democrazie". «Quando un politico fa la campagna elettorale non dice "mi candido perché voglio arricchirmi personalmente o perché voglio difendere gli interessi della lobby che mi paga", ma "io sono per il bene comune, per gli interessi di tutti". Ecco, qui nasce l'ipocrisia. Però - argomenta - questa ipocrisia svolge un ruolo di civilizzatrice, perché se tutti si sentissero liberi di pubblicamente dire ciò che veramente pensano, ci troveremmo in uno stato di guerra civile».
Le idee razziste double-face - Nei venti di razzismo ed evocazioni di stampo nazista che animano certi palcoscenici della società, ci sono protagonisti che tendono a sminuire il loro credo quando vengono colti in flagrante (come nel caso del politico UDC) e altri puramente convinti di certi argomenti palesemente abietti. Idee razziste double-face e pensieri tipici dell'estremismo di destra si confondono. E nel teatro anche internazionale della politica gli esempi non mancano.
«Quando abbiamo come presidente qualcuno come Trump o qualcuno come Bolsonaro in Brasile effettivamente questo è un problema. Legittimare l'attacco al Parlamento degli Stati Uniti o assistere a scene come quelle che hanno avuto come protagonisti i sostenitori di Bolsonaro, certo che rappresenta un problema».
La società civile e la buona politica come strumenti di difesa - Le soluzioni? «I responsabili politici, possono essere di destra o di sinistra, facciano un blocco comune contro gli estremismi. Un cordone "sanitario", come è accaduto in Francia nel 2002, quando una parte politica ha detto a Le Pen che nemmeno ai dibattiti si sarebbe seduta con la sua compagine». Per il politologo, l'altra strada è la forza delle spinte che possono arrivare dalla società civile. «Quello che è successo in Germania negli scorsi giorni, nonostante il freddo, è straordinario. Le manifestazioni con oltre centinaia di migliaia di persone contro l'estrema destra è anche una bella risposta per dire no, non ci stiamo, non tolleriamo».