Per l'uomo, un 52enne di origini brasiliane, decretata anche l'espulsione dalla Svizzera per 15 anni
VILLENEUVE - Un brasiliano di 52 anni è stato condannato oggi dal Tribunale distrettuale dell'est vodese a 18 anni di carcere per tentato assassinio e mutilazione genitale della sua compagna. Decretata anche l'espulsione dalla Svizzera per 15 anni.
I fatti sono avvenuti a Villeneuve (VD) la sera del 27 maggio del 2021, nell'appartamento che i due condividevano. Ingelosito dal fatto che la donna - anche lei brasiliana - avesse incontrato un altro uomo, il 52enne si è scagliato sulla compagna. Prima l'ha presa a pugni e calci sul volto e sul resto del corpo, poi le ha tagliato un orecchio con delle forbici, secondo l'atto d'accusa.
In seguito ha cercato di defenestrare la sua vittima, per poi accoltellarla più volte agli organi genitali, prima di tentare di farle ingurgitare dei sedativi.
Durante le circa 3 ore e mezza di aggressione, il carnefice ha chiamato più volte la moglie e uno dei figli in Brasile, filmando la vittima. Proprio dal Paese sudamericano è stato deciso di avvertire il fratello dell'imputato, domiciliato nella regione di Losanna. Quest'ultimo si è recato subito a Villeneuve e ha avvertito i soccorsi.
Colpevolezza schiacciante - Secondo la corte, la colpevolezza dell'uomo è "schiacciante". I giudici sono convinti che "c'era l'intenzione di uccidere, vista la durata e la violenza dell'aggressione". La presidente del tribunale ha fra le altre cose citato le sette coltellate nella regione vaginale, vicino all'arteria femorale. L'imputato voleva punire la vittima, in particolare colpendo la sua femminilità, prima di ucciderla.
Il movente è "egoista" poiché costituito dalla gelosia di un uomo colpito nel suo ego. "Appena chiusa la porta, ha attaccato selvaggiamente la compagna. Non ha smesso di torturarla, agendo in maniera perfida ed egoista. Ha dato prova di totale disprezzo per la vittima, arrivando perfino a rifiutare l'arrivo dei soccorsi", ha proseguito la corte. Solo il loro intervento ha messo fine al calvario.
La vittima soffre ancora - Il 52enne, che si era già mostrato violento in passato, è stato arrestato. Da allora si trova in carcere. Nel corso del processo il Ministero pubblico aveva richiesto una pena di quindici anni di carcere, mentre la difesa aveva sostenuto che l'uomo non avesse mai avuto intenzione di uccidere la donna. Gli avvocati hanno domandato di tenere conto di attenuanti come l'influsso di alcolici e uno stato di paranoia provocato dalla gelosia.
L'imputato - che durante il procedimento si è scusato con la vittima - ha dal canto suo affermato di non ricordasi nulla, poiché si trovava sotto l'effetto di alcolici. La donna non ha invece dimenticato nulla e soffre di incubi ricorrenti che le impediscono di dormire, nonostante i sonniferi. Dolori cronici continuano inoltre ad affliggerla, impedendole di praticare un'attività lavorativa.
A suo dire l'aggressore era perfettamente lucido e prima dell'arrivo del fratello - mentre lei era nuda e in un bagno di sangue - si è fatto una doccia, si è profumato e ha preparato un caffè.
L'imputato farà ricorso, in particolare perché la corte non ha tenuto conto dell'influenza dovuta all'alcol, secondo il suo avvocato.