I parlamentari si sono espressi per la gratuità dei test Covid (con eccezioni) e su diversi aiuti all'economia.
BERNA - La revisione della Legge Covid-19, che proroga fino al 31 dicembre 2022 gli aiuti ai settori più colpiti dalla pandemia, è praticamente cosa fatta: il Consiglio degli Stati ha eliminato le ultime due divergenze col Nazionale approvando all'unanimità le proposte della conferenza di conciliazione.
Dopo un lungo tira e molla, il Parlamento ha deciso di non volere la pubblicazione dei contratti con le case farmaceutiche per procurarsi vaccini e farmaci anticoronavirus. Il consigliere federale Alain Berset - forte del sostegno del Consiglio degli Stati che l'ha spuntata sul Nazionale - si è sempre opposto a questa condizione sostenendo che l'inserimento di una simile condizione nella legge potrebbe danneggiare la posizione della Confederazione proprio mentre sta negoziando con i fabbricanti nuove forniture.
Oltre a ciò, secondo il ministro della sanità, il Parlamento, attraverso le due commissioni di controllo, dispone già degli strumenti per vagliare la pertinenza dei contratti conclusi coi produttori.
Su un secondo punto la Camera dei cantoni è venuta incontro a quella del popolo circa il ruolo della Confederazione nella pianificazione ospedaliera in vista dei prossimi eventuali picchi pandemici. In un primo momento, il Nazionale voleva obbligare il Governo a sostenere il rafforzamento degli ospedali, ciò che Berset e gli Stati non volevano poiché, come hanno ricordato in aula, si tratta di un settore di competenza squisitamente cantonale. La conferenza di conciliazione ha proposto che siano i Cantoni a finanziare le riserve di capacità necessarie, mentre alla Confederazione spetterebbe di definire assieme ai cantoni tali riserve.
Una formulazione che il consigliere federale Alain Berset si è detto pronto ad accogliere, dal momento che non modifica la suddivisione delle competenze tra la Confederazione e in Cantoni. Il "ministro" friburghese ha promesso che i suoi servizi si metteranno subito al lavoro.
Test gratuiti ma con eccezioni - I due rami del Parlamento si sono già messi d'accordo su altri aspetti della Legge. In particolare, i parlamentari si sono espressi per la gratuità dei test Covid, anche se con eccezioni. Tale cambiamento rispetto al progetto del Consiglio federale costerà alla Confederazione circa 41 milioni di franchi alla settimana.
Per quanto attiene ai test, la decisione del parlamento dovrebbe evitare che le autorità si prendano a carico test PCR per le persone asintomatiche che desiderano viaggiare all'estero oppure andare a divertirsi in discoteca.
Aiuti a economia - Il Parlamento aveva già deciso di prolungare fino al 31 dicembre 2022 il periodo di validità della partecipazione della Confederazione ai costi non coperti degli organizzatori di eventi pubblici di importanza sovracantonale. Il Consiglio federale proponeva il 30 aprile 2022.
Prorogati fino al termine dell'anno prossimo anche i provvedimenti nell'ambito dell'indennità di disoccupazione e del lavoro ridotto, in ragione della grande incertezza causata dall'evoluzione erratica del virus. Oltre a ciò, l'indennità per perdita di guadagno dovrebbe essere versata sino a fine 2022 anche in caso di limitazione dell'attività lucrativa e non solo di interruzione, come invece stabilito nel suo disegno dal Governo. Il Parlamento ha anche deciso, contrariamente al Consiglio federale, che la Confederazione dovrà inoltre intervenire per aiutare i cantoni alle prese con i casi di rigore.
Prorogate fino al termine del 2022 anche le disposizioni che conferiscono al Governo il potere di adottare misure a protezione della popolazione; si tratta di provvedimenti che vanno dall'acquisto di medicinali alla facoltà di poter ordinare la chiusura dei confini.
Clausola d'urgenza - La trattazione della normativa deve terminare entro la fine della sessione, prevista per il 17 di dicembre, per poi entrare in vigore subito, presumibilmente il lunedì seguente grazie alla clausola d'urgenza.
La Legge Covid-19, un insieme di disposizioni eterogenee adottate dal Consiglio federale nei primi mesi della pandemia facendo capo al diritto d'urgenza e poi confluite nel settembre 2020 in una legge soggetta a referendum, è già stata modificata tre volte dalla sua adozione. Il testo ha poi superato per ben due volte nello spazio di sei mesi il voto popolare.