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TORRICELLA-TAVERNE

Nell'ex prigione qualcosa si muove: ecco cosa sta succedendo

Il Naravazz è ufficialmente chiuso nel 2013. Ma puntualmente la popolazione nota curiose attività.
Tio/20Minuti
Nell'ex prigione qualcosa si muove: ecco cosa sta succedendo
Il Naravazz è ufficialmente chiuso nel 2013. Ma puntualmente la popolazione nota curiose attività.
Stefano Laffranchini, direttore delle strutture carcerarie ticinesi: «Usiamo l'edificio per le esercitazioni». Intanto resta aperta l’ipotesi di creare un carcere femminile.
TORRICELLA-TAVERNE - L’hanno chiuso ufficialmente nel 2013. Eppure, di tanto in tanto, qualche abitante di Torricella-Taverne nota curiosi movimenti attorno al Naravazz, un ex prigione dal passato illustre. Stefano Laffranchini, direttore delle...

TORRICELLA-TAVERNE - L’hanno chiuso ufficialmente nel 2013. Eppure, di tanto in tanto, qualche abitante di Torricella-Taverne nota curiosi movimenti attorno al Naravazz, un ex prigione dal passato illustre. Stefano Laffranchini, direttore delle strutture carcerarie ticinesi, interpellato da Tio/20Minuti spiega: «Usiamo l'edificio per le esercitazioni. Sappiamo che la gente ogni tanto fa domande. Non c'è da preoccuparsi, è tutto in regola».   

Quella pagina web ancora attiva – I quesiti, tuttavia, sono alimentati anche dal fatto che sul sito del Cantone l’ex carcere risulta tuttora in funzione. A fare sì che, dopo 7 anni, la pagina web sia ancora attiva sembrerebbe esserci un inghippo legislativo. Il Naravazz, il cui ultimo inquilino è stato l’Ufficio dell’incasso e delle pene alternative (UIPA), nel frattempo trasferito a Palazzo Governativo, a un certo punto pareva destinato a diventare un carcere femminile. «Questa ipotesi di progetto – fanno sapere dal Dipartimento delle istituzioni – rientra in una discussione più ampia che riguarda la pianificazione di tutte le strutture carcerarie. Il Cantone, come è risaputo, valuta di realizzare il nuovo penitenziario cantonale».

Le mille vite di una prigione – Sedici camere, con la possibilità di ospitare una ventina di detenuti. «Il Naravazz – aggiunge Laffranchini – ha avuto più vite. A un certo punto era destinato a persone in esecuzione di pene eseguite in regime di lavoro esterno, di semiprigionia. Oppure a esecuzioni di pene di breve durata. Ospitava anche detenuti in esecuzione di pena che non presentavano un rischio di fuga e per i quali non c'era da attendersi il rischio di recidiva».

Una location ideale – Il carcere aperto trova attualmente spazio allo Stampino di Cadro. «Il Naravazz invece – conclude Laffranchini –, con le sue celle e col suo ambiente carcerario, momentaneamente resta una location ideale per qualsiasi tipo di esercitazione legato alle forze dell’ordine. Dalla polizia alla protezione civile».

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