Motivi culturali e costi eccessivi tra le ragioni del rifiuto.
Respinta la mozione presentata da Giovanni Albertini e Sara Beretta-Piccoli che voleva creare un piccolo villaggio per i pazienti affetti da demenza senile
LUGANO - Non ci sarà nessuna creazione di un Villaggio Alzheimer pubblico. Questo almeno secondo il Municipio che ha respinto la mozione di Giovanni Albertini e Sara Beretta Piccoli del Movimento Ticino e Lavoro, i quali proponevano la realizzazione di un mini villaggio con tanto di servizi tipo bar, ristoranti, servizi alberghieri, minimarket, parrucchieri, dove le persone affette da demenza senile possono vivere in una condizione di non ospedalizzazione, bensì conducendo una vita quanto più possibile normale. Un po’ sul modello di realtà presenti in Canada e in Olanda.
Il Municipio di Lugano però nel preavviso alla mozione ha acceso luce rossa. Diverse le ragioni, ad iniziare dalle dinamiche socio-geografiche e culturali che rendono molto difficoltosa la realizzazione di un progetto di tale portata. «La popolazione ticinese - si legge nel preavviso - che potrebbe essere coinvolta ha tendenzialmente uno stile di vita intimo e familiare che non si concilia con un concetto di Villaggio Alzheimer. La nostra legislazione impone poi misure di sicurezza degli spazi (edifici, giardini, ecc.) particolarmente rigidi e non compatibili con un concetto di villaggio di questo genere».
Inoltre viene posto l’accento sui costi di realizzazione di un progetto simile. «Un Villaggio Alzheimer ad oggi risulterebbe sproporzionato e non del tutto efficiente, rischiando di non portare i benefici e risultati attesi e auspicati dai bisogni degli utenti e dai famigliari».