L'iniziativa di alcune donne del Luganese: «Abbiamo trovato una sistemazione per tutti»
I contatti, il noleggio di un pullman, il viaggio: «La risposta dei ticinesi è stata enorme» raccontano le organizzatrici
CADENAZZO - È sabato mattina, il pullman gira nel piazzale di via al Pian, si ferma. I passeggeri iniziano a scendere, le famiglie vanno loro incontro. Sarebbe una scena normale, al rientro da un viaggio qualsiasi: solo che i viaggiatori sono in fuga dalla guerra. Ad accoglierli ci sono persone che non hanno mai visto prima.
Sono arrivati dal confine polacco a Cadenazzo questa mattina, in tutto quaranta persone, donne con bambini. Il viaggio è durato 15 ore ed è solo l'ultima tratta: quello più lungo e faticoso è iniziato prima, nelle città dell'est dell'Ucraina dove alcuni di loro hanno passato giorni chiusi nei sotterranei, sotto le bombe.
«Abbiamo trovato una sistemazione per tutti»
Dodici famiglie, e ad attenderle ne hanno trovate altre dodici: ticinesi allertati tramite i social network, che nei giorni scorsi hanno dato disponibilità ad aprire le proprie case. Chi per qualche giorno, chi anche per due o tre mesi. La corsa spontanea all'accoglienza si è svolta «molto velocemente nella giornata di ieri» spiega Milena, mamma di Lugano e tra le organizzatrici. «Nel giro di poche ore siamo riusciti a trovare una sistemazione per tutti».
Il viaggio - racconta Milena - è nato in modo «del tutto spontaneo» dall'iniziativa di un gruppo di donne del Luganese: hanno noleggiato un pullman con il sostegno di un'associazione benefica del Sopraceneri, tramite i social media hanno preso contatto con le famiglie dei profughi, «la risposta è stata enorme» spiega Milena. Andata e ritorno, il torpedone è arrivato puntuale a destinazione con il suo carico umano.
«Sono stati giorni concitati»
«Come Lions Club Monteceneri abbiamo deciso di sponsorizzare una trasferta per portare non solo della merce verso l'Ucraina, ma anche delle persone verso il Ticino» racconta Daria Brughelli. «Ci siamo quindi attivati per organizzare un torpedone, e non è stato semplice».
Il tutto è successo in poco tempo: «Io ho avuto contatti con "Ticino per la pace" domenica, e mercoledì sera siamo partiti... alla fine non c'era nessuno che potesse accompagnare i passeggeri per il viaggio, quindi sono partita anche io, sono stati giorni concitati».
La soddisfazione è però tanta, da parte di tutti gli organizzatori. «Spero che queste persone abbiano un po' di pace, un po' di sollievo. Auguro loro tutto il bene di questo mondo» è il commento dell'autista che si è messo a disposizione per guidare il torpedone, Raffaele Nicolaia.
Da lunedì apre il rifugio di Cadenazzo
L'intraprendenza spontanea è arrivata un paio di giorni in anticipo rispetto alla "macchina" dell'accoglienza istituzionale. La Segreteria di stato della migrazione ha recepito venerdì le disposizioni del Consiglio federale sulla procedura d'asilo semplificata (permessi S). In Ticino il centro d'accoglienza designato è il rifugio della Protezione civile di Cadenazzo, proprio a poche centinaia di metri dal piazzale dei pullman. Ma «ci hanno detto che durante il weekend non sarebbe stato possibile aprire il centro, l'autorizzazione è a partire da lunedì» spiega Milena. «Per questo abbiamo chiesto ad amici e conoscenti di farsi avanti, per non lasciare queste persone senza un tetto». Per fortuna, la generosità non ha bisogno di autorizzazioni.