Solo 113 hanno ottenuto un'autorizzazione. «Colpa anche della lingua». Le cifre del Dipartimento delle istituzioni
Le cifre del Dipartimento delle istituzioni. Alberghi, ristoranti e aziende informatiche sono i principali datori di lavoro
BELLINZONA - Sarà il mercato del lavoro, più piccolo e meno florido che altrove. Sarà una questione linguistica. Fatto sta che in Ticino i rifugiati ucraini fanno più fatica a trovare impiego, rispetto al resto della Svizzera. Lo dicono i dati forniti a tio.ch/20minuti dal Dipartimento delle istituzioni (Di).
Su 2897 titolari di permesso S nel nostro cantone, a oggi, solo 113 hanno ottenuto un'autorizzazione lavorativa: meno del 4 per cento. A livello svizzero la quota è più del doppio, circa l'11 per cento, ha comunicato martedì il Dipartimento di giustizia e polizia.
Il gap rispetto a oltre Gottardo pesa ancora di più a stagione turistica ancora in corso: la maggior parte dei rifugiati ucraini lavorano nel settore alberghiero e della ristorazione (circa il 30 per cento). Seguono l'informatica e la consulenza, l'insegnamento, l'agricoltura.
Uno dei motivi della differenza con il resto della Svizzera, spiegano da Bellinzona, sta nel fatto che «in Ticino la lingua rappresenta un ostacolo maggiore rispetto ad altri cantoni». L'inglese apre molte più porte in Svizzera tedesca, mentre a sud delle Alpi «sono prioritarie le conoscenze di italiano e tedesco» sottolinea il Di.