Penuria di appartamenti anche in Ticino. Venuti: «Sempre più case per single». L'esperta: «Chi può si sposta nel Bellinzonese»
LUGANO - La scarsità degli alloggi sta iniziando a pesare sul benessere degli svizzeri che, per sopperire ai costi crescenti e alle difficoltà nel trovare soluzioni idonee, si trovano a doversi accontentare di appartamenti più piccoli riducendo, di fatto, lo spazio vitale a disposizione. Questo è in buona sintesi il polso del mercato immobiliare svizzero secondo i risultati di uno studio condotto da Raiffeisen.
Un problema che, stando ad Adriano Venuti, presidente Associazione Svizzera Inquilini (ASI), si fa sempre più sentire anche alle nostre latitudini. «L'ultimo rilevamento a livello nazionale, a fine 2022, riferiva per la prima volta di una diminuzione degli alloggi in tutta la Svizzera, anche in Ticino».
Pesa, secondo Venuti, la particolare congiuntura: «Da noi il problema della mancanza degli alloggi non è così grave, potrà però esserlo presto. Da una parte infatti c'è una difficoltà crescente nel reperire materiali di costruzione. Con la guerra in Ucraina hanno iniziato a scarseggiare ad esempio il ferro e l'acciaio, rallentando di fatto diversi cantieri. In più sono aumentati i tassi di interesse. Se prima era estremamente conveniente investire nel mattone, oggi inizia a essere concorrenziale anche lasciarli fermi questi soldi».
C'è poi la pandemia, che con i suoi strascichi ha un po' sparigliato le carte: «A soffrire maggiormente, specie durante il periodo di lockdown, è stato chi abitava in affitto e spesso disponeva di spazi ridotti. Poi è subentrata anche la questione dello smartworking. Dunque sono diversi i fattori che hanno portato a cercare abitazioni più grandi: sicuramente la necessità di avere uno spazio maggiore per lavorare, ma anche quella di trovare case meno opprimenti, con magari un balcone o un giardino».
Nel successo di questa ricerca, ovviamente, il ruolo maggiore ce l'ha il potere economico: «Chi potrà spendere poco si dovrà accontentare di soluzioni vecchie e senza nessun comfort, ma con un prezzo più abbordabile. Chi può, evidentemente, sceglierà appartamenti più recenti e confortevoli», aggiunge il presidente dell'ASI. Per Venuti la comodità è sempre più un miraggio anche per un altro motivo, legato alla speculazione edilizia: «Durante la mia esperienza di Municipale a Massagno ho avuto modo di vedere le domande di costruzione. Erano spesso appartamenti di piccole dimensioni, spesso di lusso, pensati per single. Ecco fiorire appartamenti di due locali e mezzo a 1400/1600 franchi, che garantiscono certamente un guadagno maggiore rispetto a dei quadrilocali».
«Tante catapecchie a prezzi folli»
Anche per Yohanna Chiri Leimgruber, direttrice di TiAffitto, il problema in Ticino è più questione di disponibilità economiche. «Case in affitto ce ne sono, decenti un po' meno. A buon prezzo, meno ancora. Trovarle poi a Lugano... beh è un po' un'impresa», ammette. Il discorso, insomma è un po' lo stesso già affrontato da Venuti: «Un due locali e mezzo dignitoso lo si paga anche 1600 franchi. E bisogna anche fare attenzione, perché ci sono nuove costruzioni che gettano fumo negli occhi, sembrano moderne, ma sono di scarsa qualità».
Il suo suggerimento? «Chi può si sta trasferendo nel Bellinzonese, ottima soluzione se si cerca un miglior rapporto qualità prezzo». Anche perché, conferma, la tendenza nel Luganese sta diventando quella di costruire appartamenti che mal si adattano a una famiglia. «Facessero palazzine con quattro locali e mezzo o più... andrebbero a ruba. Perché non lo fanno? Dovrebbero sparare cifre che poche famiglie sono disposte a sborsare. Si pensi che a Lugano per catapecchie di quattro locali in palazzine anni '80, arrivano a chiederti oltre duemila franchi».
Chi non ha la disponibilità, insomma si deve adattare. «E sono sempre di più. C'è una forte crisi e le persone, nella stragrande maggioranza dei casi, si trasferiscono per andare a vivere in soluzioni o più piccole o comunque più economiche. Perché, diciamocelo, nessuno vuole andare a vivere Mendrisio».