Se il videogioco blockbuster un po' ha arrancato, per gli “indie” è stata un'annata di quelle davvero indimenticabili
LUGANO - Un 2021 non particolarmente entusiasmante per quanto riguarda i grandi videogiochi commerciali - o “tripla A“ come vengono anche chiamati nel settore - ma decisamente interessante per quanto riguarda i games indipendenti.
Il motivo è semplice e presto detto: team meno numerosi, abituati a lavorare in remoto e a fare di necessità virtù. Qui di seguito, in ordine alfabetico, 4 titoli “indie” che in questi dodici mesi ci hanno fatto divertire ed emozionare.
Death's Door, lo abbiamo recensito proprio su queste pagine e non troppo tempo fa, il giochino di Acid Nerve è un piccolo capolavoro di quelli ben nascosti. Nei panni di un corvetto emissario del Tristo Mietitore combineremo un grosso guaio già il primo giorno di lavoro e ovviamente ci toccherà rimediare. Un po' “Zelda” un po' “Dark Souls” con uno stile grafico carinissimo e musiche pazzesche. Mortalmente godibile.
Mundaun, viene dalla Svizzera (e più precisamente da Lucerna) un accattivante avventura horror tutta disegnata a mano e che è frutto di 7 anni di (durissimo) lavoro al suo creatore Michel Ziegler. Aspettatevi un giro fra le Alpi decisamente inedito, e spaventoso, ma anche un'esperienza assolutamente fuori dal tempo e dalle righe. Deliziosamente elvetico.
Sable, è dura lasciare il nido natìo soprattutto quando il mondo è un deserto, e non in senso metaforico. Sable racconta l'avventura di una nomade del deserto che - secondo il rituale in vigore da sempre - deve lasciare l'accampamento per spiccare il volo. Quello che seguirà sarà un viaggio d'esplorazione, a bordo della sua moto galleggiante, pieno di sorprese e dallo stile visivo unico che richiama il fumetto e d'antan. Pacificamente sorprendente.
Unsighted, in un mondo devastato dalla guerra, un paesino di androidi - che gradualmente si stanno spegnendo - spera ancora nella salvezza. La cyborg da combattimento Alma è la loro ultima speranza e intraprenderà una missione disperata. Fra sopravvivenza, un pizzico di “Zelda” (sì, ancora) e un po' di “Sekiro” il titolo di Studio Pixel Punk è un'avventura complessa, divertente e a tratti pure un po' triste. Nostalgicamente futurista.