L’imprenditore ha raccontato la sua rinascita dopo l’incidente di inizio anno
TORINO - Discusso e anche sfortunato, Lapo Elkann ha vissuto una vita fatta di eccessi, nel bene e nel male, diventando per molti il volto ribelle e controcorrente di una delle famiglie più potenti d’Europa, gli Agnelli. Il 2020 non è stato di certo un anno facile per lui, dopo il un grave incidente d’auto di cui è stato protagonista a Tel Aviv, in Israele, nel dicembre 2019. Un episodio che, però, l’ha portato a maturare, a cambiare, come si intende dalle parole pronunciate in un’intervista al settimanale Chi. «Sono stato graziato da Dio più volte, devo ringraziarlo e mai dimenticarlo. Per questo ho deciso di aiutare gli altri», spiega Lapo, che nel 2016 ha aperto una fondazione che aiuta i minori in difficoltà.
«Ho avuto varie peripezie ed è inutile nasconderlo - ha continuato Lapo -, i miei alti e bassi sono di dominio pubblico e, dopo quello che mi è successo in Israele ho avuto una spinta in più. Con la fortuna che ho avuto, non per il cognome o i soldi, ma per essere riuscito ogni volta a rialzarmi, mi è venuto spontaneo pensare ancora di più agli altri. La mia fondazione LAPS è attiva dal 2016 e abbiamo realizzato diversi progetti a favore della cura e del benessere dei minori. Con l’emergenza coronavirus, quindi, ci è sembrato naturale incrementare gli sforzi a favore dei più fragili».
Ma decisivo, per Elkann, è stato anche l’aiuto della famiglia. «Sono stato insicuro e l’amore e l’affetto che sento attorno mi hanno dato grandissima forza ed energia per ripartire. Il sostegno mi è sempre arrivato da mio fratello, da mia sorella - ha dichiarato l’imprenditore -: tra noi tre c’è un cordone d’amore che ci legherà per sempre, ci vogliamo un bene pazzesco e senza i miei fratelli non sarei quello che sono».