Lo ha stabilito la Corte penale del Tribunale di Avignone. Tutti condannati gli imputati
AVIGNONE - Colpevole di stupro aggravato. È quanto stabilito per Dominique Pelicot dalla Corte penale del Tribunale di Avignone, che lo ha condannato alla pena massima di 20 anni.
Il presidente del tribunale ha motivato l'aggravante in relazione alla violenza sessuale subita dalla ex moglie Gisèle Pelicot e alla «somministrazione di sostanze».
Nel momento del verdetto, Dominique Pelicot, 72 anni, si è alzato in piedi, ha ascoltato il giudice Roger Arata con attenzione, ma senza esprimere particolari emozioni. È anche ritenuto colpevole di aver raccolto immagini a loro insaputa della moglie e della figlia.
Come tutti gli altri 51 imputati, l'uomo che ha drogato per 10 anni l'ex moglie obbligandola ad avere rapporti sessuali con degli sconosciuti reclutati sulla rete, ha scoperto l'entità della pena solo dopo che il tribunale ha decretato la sua colpevolezza.
Il rito processuale infatti si divide in due parti: la prima dove tutti gli accusati vengono a sapere se sono stati ritenuti colpevoli e una seconda dove alla fine dei pronunciamenti di colpevolezza vengono a conoscenza della pena inflitta.
In aula, oltre a Gisèle Pelicot, erano presenti anche le sue tre figlie, una delle quali aveva di recente dichiarato di avere avuto il sospetto di essere stata drogata dal padre anche lei. Prima della sentenza, uno striscione con la scritta "Merci Gisèle", è apparso di fronte al palazzo di Giustizia.
Ad Avignone però è andato in scena anche un processo nel processo: fra gli imputati, non per avere partecipato alle violenze su Gisèle Pelicot ma per avere preso spunto dal "metodo Dominique", c'era anche l'ex camionista Jean-Pierre M. di 63 anni, che ha drogato sua moglie e l'ha fatta violentare da altri uomini, fra i quali vi era lo stesso Dominique Pelicot. Per l'emulatore di quest'ultimo, il tribunale ha decretato una pena a 12 anni di carcere.
Complessivamente, comunque, tutti i 51 imputati sono stati condannati a pene inferiori a quelle richieste dall'accusa e solo una quindicina di loro ha ritenuto di dovere esprimere delle frasi di scuse nei confronti di Gisèle Pelicot.
Nel fare ingresso in tribunale, alcuni degli imputati hanno rivolto anche gesti oltraggiosi all'indirizzo di alcuni giornalisti.