Il tema non è all'ordine del giorno del Consiglio Europeo, ma è quello di cui tutti parlano.
L'eurodeputato tedesco: «Sono certo che chi vorrà potrà andare in vacanza in estate. Anche all'estero». Alternativa al passaporto vaccinale dovrebbe essere un test PCR negativo.
BRUXELLES - La possibilità di vacanze estive "normali" per gli europei (e per molti svizzeri) si discute questo pomeriggio alle 15. A quell'ora, infatti, i capi di Stato e di governo dell'Unione Europea s'incontreranno in videoconferenza per affrontare un tema che, in realtà, sta facendo parlare di sé già da alcuni giorni: il "passaporto verde".
Volto a dimostrare di essere stati vaccinati contro il Covid-19, il documento dovrebbe permettere alle persone immunizzate di tornare a viaggiare in libertà. Insieme ai test per il coronavirus, s'intende, che dovrebbero consentire di partire anche a chi il vaccino non l'ha ancora fatto o non lo farà. Già utilizzato in Israele, dove oltre la metà della popolazione è già stata vaccinata, il documento si presenta come un tesserino virtuale verde su un'app.
I Paesi europei arrivano abbastanza divisi all'appuntamento odierno. Quelli con una più spiccata vocazione turistica come Grecia, Malta e Cipro, ma anche Belgio, Ungheria e Austria spingono per una rapida introduzione di un documento unificato che sia possibilmente accettato anche fuori dall'Ue. Germania, Paesi Bassi e Francia si dimostrano invece più attendisti.
«Sono certo che chi vorrà potrà andare in vacanza in estate. Anche all'estero», ha assicurato alla Welt l'eurodeputato tedesco Peter Liese (CDU), che si occupa principalmente di temi legati alla sanità. «La prova di vaccinazione dovrebbe permettere alla gente, a partire dalla tarda primavera, di ottenere nuovamente i propri diritti alla libertà», ha aggiunto.
Secondo gli attendisti, tuttavia, il dibattito su un "passaporto verde" europeo è prematuro. Innanzitutto, non è ancora chiaro se e quanto i vaccinati possano eventualmente trasmettere comunque il virus (studi di Pfizer e AstraZeneca confermano però riduzioni del contagio fino al 90%). In Europa, poi, il tasso di immunizzazione non è ancora lontanamente paragonabile a quello di Israele: bisognerebbe prima di tutto attendere che a tutti sia stata data la possibilità di vaccinarsi.
Sull'agenda del Consiglio Europeo di oggi e domani non si parla esplicitamente di "passaporto verde". All'ordine del giorno - insieme all'«autorizzazione, produzione e distribuzione dei vaccini» - c'è però anche il «coordinamento» in materia di «circolazione delle persone».
Dalla sua introduzione in Israele, il passaporto vaccinale inteso come strumento per tornare a godere di determinate libertà è tema di discussione anche in Svizzera.