La variante ha fatto registrare oltre 3 milioni di casi globali sia ieri che mercoledì. Non era mai accaduto prima.
Nello stesso periodo in Europa si è rimasta saldamente sopra il milione di casi al giorno. L'esperto: «Impensabili questi ritmi a lungo. Presto mancheranno persone suscettibili» al virus.
MILANO - Omicron ha infranto anche la soglia dei 3 milioni di casi al giorno. Lo ha fatto per la prima volta mercoledì e si è ripetuta nuovamente ieri, a 24 ore di distanza. Se la corsa a livello mondiale appare ancora in fase di accelerazione, in alcune zone del Vecchio continente ci si inizia ad affacciare alla vetta della curva, la dove parte quel cosiddetto "plateau" che precede la discesa.
Il copione che tutti si augurano di replicare è quello già "recitato" dal Sudafrica, là dove l'impennata di infezioni si è protratta per 2-3 settimane, prima del picco di metà dicembre. Da quel momento i numeri quotidiani sono rapidamente crollati e lo hanno fatto senza che si registrassero numeri proporzionali nei decessi o dei "colli di bottiglia" nei ricoveri. Un bollettino, quello pubblicato nelle ultime ore del 2021 dal dipartimento della sanità sudafricano, che ha liberato una scintilla di ottimismo anche in quei Paesi ancora impegnati nella salita.
Se da un lato la variante corre ad alta velocità, dall'altra è inevitabile che taglierà un eventuale traguardo prima di quanto abbiano fatto le altre. Resta da capire quale sarà però il suo punto d'arrivo. In Svizzera gli esperti della task-force federale hanno parlato martedì scorso di un picco «nelle prossime due settimane se i ritmi rimangono quelli attuali». Quindi verso la fine del mese di gennaio. Uno scenario che si specchia con una certa fedeltà con quello tracciato nella vicina Italia, dove si registra negli ultimi giorni un rallentamento della crescita su base settimanale. L'epidemiologo Paolo Bonanni ha sottolineato al Corriere della Sera come non sia «pensabile che si continui a rimanere su questi numeri così elevati perché verrebbero a mancare le persone suscettibili». La sua previsione sul picco della variante Omicron? «Con i dati che abbiamo al massimo la fine di gennaio. Ma probabilmente anche prima».