È stato possibile scoprirlo grazie agli anelli dei tronchi d'albero subfossili trovati nella penisola di Yamal.
Lo studio, nel quale sono stati coinvolti oltre al WSL anche l'Istituto di ecologia vegetale e animale della Divisione degli Urali dell'Accademia delle Scienze russa, l'Università di Ginevra e l'Unità di ricerca climatica dell'Università dell'East Anglia, in Gran Bretagna.
GINEVRA - I dati raccolti dai ricercatori parlano chiaro, quella passata, forse sarà l'estate più "fresca" dei prossimi anni. Negli ultimi 7500 anni l'Artico non è mai stato così caldo come ora: lo testimonia una raccolta unica di campioni di anelli di alberi prelevati in oltre venti spedizioni, alla cui analisi ha partecipato anche l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL).
In quarant'anni i ricercatori hanno condotto oltre venti spedizioni nella penisola di Yamal, nell'Artico russo, per raccogliere campioni. Hanno scoperto più di 3'500 tronchi d'albero subfossili nei letti di corsi d'acqua di questa regione situata 2'500 km a nord-est di Mosca, ha comunicato oggi il WSL, aggiungendo che grazie ai loro anelli è possibile datarli e ricostruire il clima dei millenni passati con precisione annuale.
I ricercatori in questo modo sono riusciti a creare una cronologia che risale all'anno 5618 a.C. Si tratta della cronologia ad anelli più lunga della regione artica. La larghezza degli anelli riflette direttamente le temperature estive che determinano fortemente la crescita annuale degli alberi nella regione.
Lo studio mostra la portata del cambiamento climatico: nell'intero periodo considerato, nell'Artico le temperature non sono mai state così alte come negli ultimi 30 anni, scrive il WSL. L'analisi mostra in particolare la rapidità con cui la penisola di Yamal si è riscaldata dalla metà del XIX secolo.
«Le nostre indagini forniscono una base unica per determinare con precisione annuale la velocità insolita con cui la penisola di Yamal si è riscaldata dal 1850. Il riscaldamento sta raggiungendo temperature senza precedenti negli ultimi 7500 anni», indica Patrick Fonti del WSL, citato nel comunicato. «Questi dati ci aiutano a vedere l'entità dell'attuale riscaldamento con un ampio orizzonte temporale», aggiunge l'esperto.
Lo studio, nel quale sono stati coinvolti oltre al WSL anche l'Istituto di ecologia vegetale e animale della Divisione degli Urali dell'Accademia delle Scienze russa, l'Università di Ginevra e l'Unità di ricerca climatica dell'Università dell'East Anglia, in Gran Bretagna, è stato pubblicato nella rivista Nature Communications.