In aumento l'influenza dei gruppi d'interesse negli organi legislativi che proteggono i mari
BRUXELLES - Si torna a parlare di neocolonialismo nelle acque dell'Oceano indiano. Stando a quanto riportato dal Guardian, la delegazione europea dell'organo legislativo che si occupa di monitorare e proteggere il tonno - la Indian Ocean Tuna Commission (IOTC) - è composta, per la maggior parte, da rappresentanti dell'industria ittica.
Dal 2015 - anno in cui i ricercatori dell'IOTC dichiararono il tonno pinna gialla "sovrapescato" - il numero di lobbisti presenti nella delegazione è aumentato da 8 a 24 su un totale di 40 persone. L'influenza di quest'ultimi potrebbe spiegare, almeno in parte, la recente decisione di boicottare il progetto di protezione del tonno portato avanti dai Paesi africani e asiatici dell'IOTC da parte degli europei.
Il progetto prevedeva un divieto temporaneo (di 72 giorni) per l'utilizzo delle reti dette "di aggregazione ittica" (FAD) che, galleggiando, gettano un'ombra particolarmente attrattiva e permettono ai pescherecci di catturare grandi quantità di tonni, ma anche squali, tartarughe marine e varie specie di mammiferi acquatici. Le FAD sono tipicamente in plastica e vengono gettate in mare quando si rompono, contribuendo all'inquinamento dei mari.
Il divieto era stato approvato a maggioranza nel febbraio scorso ed era stato definito una «grande vittoria» da molti attivisti e gruppi ambientalisti. Ma la delegazione europea ha deciso di contestare la decisione, esentando le aziende europee dal divieto. Come se non bastasse, anche le Seichelles si sarebbero opposte, proponendo di cambiare il testo di legge in funzione dei "consigli" di Europêche - un importante gruppo d'interesse francese.
«Le obiezioni possono essere viste come una forma di neocolonialismo da parte dell'Unione europea, ha dichiarato il capo della Blue Marine Foundation James Rattle al Guardian. «Questa misura è stata votata all'IOTC, non solo con una maggioranza, ma con una maggioranza di due terzi. Obiettando e suscitando obiezioni da parte dei suoi Stati vassalli, l'UE sta facendo capire che continuerà a pescare come, quando e dove vorrà. Questo è vergognoso».