Negli scorsi giorni le autorità italiane hanno fermato diverse navi facenti parte della flotta umanitaria
ROMA - «Se l'assistenza umanitaria in mare continua a essere ostacolata, ci sarà una presenza drasticamente diminuita delle navi civili di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e il risultato sarà di ancora più vite perse».
È l'avvertimento che 56 Ong rivolgono alla Ue, chiedendo di fermare urgentemente «l'illegittima ostruzione» della flotta umanitaria disposta dall'Italia, che ha fermato nei giorni scorsi le navi Aurora, Open Arms and Sea-Eye 4.
«Tutte le navi civili di ricerca e salvataggio - chiedono le Ong - devono essere rilasciate immediatamente e qualsiasi multa derivante dalla nuova legge italiana deve essere eliminata. La legge italiana che limita le attività di ricerca e salvataggio delle Ong nel Mediterraneo centrale deve essere revocata immediatamente; il diritto marittimo internazionale e i diritti umani devono costituire il quadro di riferimento per tutti coloro che operano in mare».