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BRUXELLESLa Corte UE conferma la multa di 2,4 miliardi di euro a Google

10.09.24 - 11:41
Il portavoce del gruppo di Mountain View: «Siamo delusi dalla decisione della Corte».
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La Corte UE conferma la multa di 2,4 miliardi di euro a Google
Il portavoce del gruppo di Mountain View: «Siamo delusi dalla decisione della Corte».

BRUXELLES - La Corte di Giustizia dell'Ue ha respinto il ricorso di Google e Alphabet contro la maxi multa per 2,4 miliardi di euro (2,25 miliardi di franchi) inflitta dalla Commissione Ue al gruppo di Mountain View. Google si è detta delusa.

L'esecutivo comunitario aveva constatato nel 2017 che Google ha abusato della sua posizione dominante nello Spazio economico europeo nel comparto delle ricerche generiche su Internet, favorendo il proprio comparatore di prodotti, rispetto a quelli dei comparatori di prodotti concorrenti. Il Tribunale aveva già respinto il ricorso della società nel novembre 2021.

Delusione di fronte alla decisione della Corte di Giustizia è stata espressa da Google che tramite un suo portavoce ha dichiarato: «Siamo delusi dalla decisione della Corte. Questa sentenza si riferisce a un insieme di fatti molto specifico. Abbiamo apportato modifiche nel 2017 per conformarci alla decisione della Commissione Europea e il nostro approccio ha funzionato con successo per oltre sette anni, generando miliardi di clic per oltre 800 servizi di comparazione prezzi».

«La sentenza odierna della Corte di giustizia è di fondamentale importanza per i consumatori europei», ha commentato a caldo via nota il direttore generale dell'Associazione di consumatori europea (Beuc), Agustín Reyna, «la Corte ha confermato che Google non può negare ingiustamente ai consumatori europei l'accesso a informazioni online complete e imparziali su dove trovare le migliori offerte».

«Google - aggiunge - ha abusato della sua posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca per negare illegalmente ai servizi di shopping comparativo rivali la possibilità di competere in modo equo» e ha danneggiato «milioni di consumatori europei facendo in modo che i servizi di shopping comparativo rivali fossero praticamente invisibili».

«Le pratiche illegali di Google - conclude - hanno impedito ai consumatori di accedere a prezzi potenzialmente più convenienti e a utili informazioni sui prodotti fornite dai servizi di comparazione concorrenti su ogni tipo di prodotto, dai vestiti alle lavatrici».

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