Lo hanno deciso in tribunale questa mattina le due famiglie che si contendono il piccolo, il processo al via a ottobre
TEL AVIV - C'è un'intesa tra la famiglia Biran e la famiglia Peleg per «gestire» la routine di Eitan - il bimbo unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone - da oggi all'8 ottobre.
Lo hanno annunciato gli avvocati della famiglia Biran, come riporta l'Ansa, al termine della prima udienza al tribunale di Tel Aviv. Al tempo stesso il giudice ha stabilito la ripresa delle udienze a partire dall'8 ottobre per 3 giorni consecutivi.
Nel frattempo - hanno aggiunto gli avvocati - «le famiglie hanno chiesto il totale silenzio stampa per proteggere il bambino». Allo stato attuale, quindi, Eitan resta in Israele, almeno fino alla ripresa delle udienze.
«Voglio vedere Eitan a casa» aveva detto la zia del piccolo, all'ingresso del tribunale di Tel Aviv prima della prima udienza della causa - da lei intentata - per riportare in Italia il bimbo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone.
L'udienza si è svolta a porte chiuse, all'uscita dal tribunale nessuno dei parenti del bambino, né la zia Aja Biran, né il nonno Shmuel Peleg, né la nonna Etty Peleg Cohen, ha rilasciato dichiarazioni.
Il bimbo, lo ricordiamo, era stato sottratto alla zia materna a Pavia dal nonno paterno e portato in Israele con un jet privato decollato dall'aeroporto di Lugano. Nei confronti del 58enne sia in Italia sia in Israele sono stati aperti due fascicoli d'indagine per sequestro di persona.