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FINLANDIATranciati 4 cavi nel Baltico, la «flotta ombra» di Putin sotto accusa

27.12.24 - 06:40
«Ferma condanna» dall'Ue contro quello che sembra essere un attacco alle infrastrutture.
Afp
Fonte Michele Esposito, Ansa
Tranciati 4 cavi nel Baltico, la «flotta ombra» di Putin sotto accusa
«Ferma condanna» dall'Ue contro quello che sembra essere un attacco alle infrastrutture.

PORKKALA - Nel grande freddo del mar Baltico si aggrava uno dei tanti fronti dello scontro tra l'Occidente e la Russia. Un serio incidente ha coinvolto un condotto elettrico e quattro cavi di telecomunicazione nelle acque che circondano la Finlandia.

Sin dal primo momento le autorità di Helsinki hanno pensato a un sabotaggio, l'ennesimo in pochi mesi. I sospetti sono vertiginosamente aumentati quando, qualche ora dopo, la Guardia costiera ha abbordato e scortato fino alla terraferma una nave battente bandiera delle isole Cook: una delle tante che compone la cosiddetta «flotta ombra» del presidente russo Vladimir Putin, rete di petroliere con proprietà oscure grazie alle quali Mosca da tempo aggira le sanzioni sull'export di greggio.

Il primo allarme è scattato nella tarda mattinata del giorno di Natale, quando il cavo elettrico Estlink 2 che porta energia dalla Finlandia all'Estonia è stato tranciato. Meno di 24 ore dopo le autorità hanno rilevato danni ad altri quattro cavi, questa volta di telecomunicazione. Tre collegano la Finlandia all'Estonia, il quarto il Paese scandinavo con la Germania. L'incidente non ha portato conseguenze per la popolazione, con la Finlandia che si è subito impegnata a far arrivare energia a Tallin da altre fonti.

Le prime indagini non hanno chiarito se i cinque cavi sono stati danneggiati dalla stessa mano ma nella serata di Natale la Guardia costiera finlandese ha bloccato la petroliera Eagle S. L'imbarcazione, ora ferma nei pressi della penisola di Porkkalaniemi, non aveva ancore e gli inquirenti ipotizzano che sia stata proprio questa l'arma usata per i sabotaggi.

L'ipotesi che l'incidente sia stato un attacco alle infrastrutture critiche europee nel giro di una manciata d'ore è diventata quasi una certezza. «Reagiremo con decisione ad ogni interferenza», ha avvertito in una conferenza stampa convocata d'urgenza il primo ministro finlandese Petteri Orpo.

Poco prima, in una dichiarazione congiunta, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e l'alto rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas hanno sottolineato la loro «ferma condanna» ad ogni attacco alle infrastrutture europee, definendo la flotta ombra russa «una minaccia» e dicendosi pronte a nuove sanzioni. All'intervento dell'Ue ha fatto seguito quello dell'Alleanza Atlantica. In una conversazione telefonica con il premier estone Kristen Michal, il segretario generale della Nato Mark Rutte si è detto pronto «a fornire ulteriore supporto» nel mar Baltico contro qualsiasi sabotaggio.

Il dossier è da tempo considerato prioritario dalle cancellerie europee. Solo il mese scorso sono stati tranciati due cavi per la telecomunicazione che collegano Danimarca e Svezia e i sospetti sono caduti sulla nave cinese Yi Peng 3. Lunedì scorso Pechino ha respinto la richiesta di indagini dei procuratori svedesi affermando che l'imbarcazione ha lasciato l'aerea. Lo scorso 16 dicembre l'Ue ha dato il via libera al quindicesimo pacchetto di sanzioni, che include 79 navi della flotta ombra di Mosca.

Flotta che, secondo gli esperti, può tuttavia contare su 400 imbarcazioni. Tutto ruota ancora una volta attorno all'energia, bersaglio prioritario di Mosca non solo in territorio ucraino. Con un'appendice che è destinata ad aggravare il quadro. Il 31 dicembre scadrà il contratto che prevede il transito dell'energia fornita da Gazprom attraverso l'Ucraina. Tre sono i Paesi Ue maggiormente interessati: Austria, Slovacchia e Ungheria. Non a caso gli ultimi due sono ormai la testa di ponte del Cremlino nel cuore dell'Europa.

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