Un anno dopo quella chiacchieratissima del Le Cap, una seconda azione si è tenuta nella serata di Natale in quel di Trevano.
LUGANO - Tre anni e mezzo senza spazi, tre anni e mezzo di «r-esistenza», usando le parole del collettivo SOA Molino che in un post sul suo blog ha confermato un'occupazione simbolica, avvenuta nella serata di Natale in quel di Trevano, sul piazzale nei pressi del comparto scolastico.
«Abbiamo occupato edifici pubblici e privati tuttora in stato di abbandono, parchi, piazze e strade, rivelando quante possano essere le possibilità di continuare ad abitare questo territorio preso in ostaggio da speculazione e paranoie securitarie», scrive, «l’ultimo della serie, ieri sera [il 25 dicembre, ndr.] a Trevano, con una nuova TAZ (Zona Temporaneamente Occupata) negli spazi sottoutilizzati della Supsi».
Un'azione che fa seguito a quella dell'anno scorso a Capo San Martino che, scrive ancora il SOA ha portato a «denunce per violazione di domicilio, sommossa e danneggiamenti (conteggiati nella considerevole e improponibile somma di 281'000 [...]) arrivate a varie persone [...]. Denunce inoltrate da quella stessa proprietà che ha lasciato in evidente stato di abbandono e degrado uno dei luoghi più significativi della storia di Lugano».
Quella di domenica sera, conferma il collettivo è stata un'occupazione diversa, che parla di un «rituale di salute pubblica dal basso si è quindi andato a ripetere in questa fredda nottata dicembrina di fine 2024, dove almeno 400 persone sono nuovamente passate e hanno condiviso un’intera nottata tra canti, balli, sorrisi [...] E quest’anno nessuna immagine scandalosa di rifiuti abbandonati e di pseudo “degrado”, costruito ad arte».
Il nutrito gruppo si è tenuto al di fuori dei locali scolastici, limitandosi a occuparne il piazzale fino a un'ora imprecisata.