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HAMAS/ISRAELEI colloqui per la tregua hanno un «inizio promettente»

15.08.24 - 23:08
John Kirby ha parlato con fiducia dopo le prime discussioni. E si prosegue venerdì.
afp
Fonte ats ans
I colloqui per la tregua hanno un «inizio promettente»
John Kirby ha parlato con fiducia dopo le prime discussioni. E si prosegue venerdì.

DOHA - Sono iniziati oggi e proseguiranno domani a Doha, in Qatar, colloqui cruciali in vista di una tregua tra Israele e Hamas a Gaza. La pressione sta aumentando per evitare un'estensione della guerra, che secondo il movimento islamista ha ormai causato più di 40'000 vittime nella Striscia.

A Washington, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha parlato di un «inizio promettente» delle discussioni, aggiungendo di aspettarsi che continuino domani. «C'è ancora molto lavoro da fare (...). Non ci aspettiamo di uscire dai colloqui di oggi con un accordo», ha dichiarato.

Vari media israeliani questa sera hanno riferito che la delegazione dello Stato ebraico questa notte resterà a Doha e che gli incontri proseguiranno anche domani.

Il vertice «dell'ultima occasione», come lo hanno ribattezzato gli americani, è iniziato a mezzogiorno. Sul tavolo vi è la prima bozza grezza sulla liberazione degli ostaggi, un cessate il fuco dopo 314 giorni di guerra nonché la gestione del cosiddetto corridoio Filadelfia, una zona cuscinetto tra Gaza e l'Egitto.

I rappresentanti dei mediatori sono il capo dell'agenzia di spionaggio civile degli Usa (Cia) Bill Burns, il ministro egiziano responsabile dei servizi segreti Abbas Kamel e il primo ministro del Qatar al Thani. La squadra negoziale israeliana è al completo.

Prima dell'inizio dei colloqui Sami Abu Zahari, portavoce di Hamas - che non è presente al vertice - ha affermato che il gruppo è «impegnato nella negoziazione», invitando "i mediatori a fare pressione su Israele affinché accetti la fine della guerra e il ritiro di tutte le forze dalla Striscia".

Kirby ha spiegato nel dettaglio come funzionano i negoziati: "Iniziano con un testo su un pezzo di carta ed entrambe le parti lavorano sulla formulazione. Fanno commenti, poi c'è una discussione e uno scambio di bozze, nonché ulteriori colloqui. Entrambe le parti hanno la possibilità di rivedere il testo e fare annotazioni", ha detto.

"Per quanto riguarda la partecipazione di Hamas, in passato funzionava in modo simile. I rappresentanti discuteranno e poi saranno in contatto con i leader di Hamas, e li esortano a contattare direttamente (Yahya) Sinwar", il capo politico di Hamas, succeduto a Ismail Haniyeh, assassinato a Teheran (Iran). Gli uomini di Hamas - che avevano escluso la partecipazione alle trattative - sono comunque a Doha (scelta proprio per questo per la riunione) e stasera saranno aggiornati dai mediatori del Qatar e dell'Egitto.

Questa sera anche il presidente statunitense Joe Biden, rispondendo ad una domanda durante uno scambio con giornalisti alla Casa Bianca sulla mancata partecipazione di Hamas ai negoziati, ha affermato che Hamas "è rappresentato sia dai qatarioti che dagli egiziani".

Il round negoziale punta questa volta ad arrivare al risultato di una tregua a Gaza (dove le vittime, secondo Hamas, sono ormai salite oltre la soglia di 40'000) e della liberazione degli ostaggi israeliani da più di dieci mesi prigionieri nella Striscia. Ma anche a scongiurate la temuta risposta dell'Iran per la morte di Haniyeh, i cui sviluppi potrebbero sfociare in un drammatico conflitto regionale.

"Abbiamo informazioni che l'Iran si sta preparando ad attaccare Israele, ciò potrebbe avvenire senza preavviso o con brevissimo preavviso. Stiamo ancora lavorando per impedirlo", ha ribadito Kirby.

Dal canto suo il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha spesso ripetuto che continuerà la guerra a Gaza fino alla distruzione di Hamas, che ha preso il potere a Gaza nel 2007 e che considera un'organizzazione terroristica (come fanno del resto anche Stati Uniti e Unione europea).

E intanto dal parlamento turco, dove è intervenuto, il presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, ha annunciato che si recherà nella Striscia.

"Ho deciso di andare a Gaza con altri fratelli leader palestinesi. Andrò. Anche se mi costerà la vita. La nostra vita non vale più di quella di un bambino", ha detto Abu Mazen, leader di Fatah (organizzazione politica e paramilitare palestinese che fa parte dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina ed è al potere in Cisgiordania), che non può andare nella Striscia da otto anni, da quando è sotto il controllo del movimento islamista Hamas.

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