La decisione della corte è stata accolta con entusiasmo dal Dipartimento di Giustizia americano
NEW YORK - La giustizia americana dice no al matrimonio da 2,2 miliardi di dollari fra Penguin Random House e Simon & Schuster, bloccando così la creazione di un colosso dell'editoria e regalando una vittoria all'amministrazione Biden.
«L'effetto della proposta fusione sarebbe quello di diminuire sostanzialmente la concorrenza», ha spiegato il giudice del Distretto di Columbia, Florence Pan, nell'annunciare la sua decisione.
Penguin, di proprietà della tedesca Bertelsmann, è la più grande casa editrice negli Stati Uniti e, fra i suoi titoli più venduti, figura 'A Promised Land' di Barack Obama. Simon & Schuster è invece il terzo maggiore editore negli Usa e il suo catalogo include le opere di Stephen King e Hillary Clinton.
Il Dipartimento di Giustizia americano, che aveva presentato l'azione legale per bloccare le nozze, esulta alla decisione della corte. La fusione avrebbe fatto diminuire i compensi degli autori oltre ad avere un impatto negativo sulle «diversità delle storie e delle idee», ha detto Jonathan Kanter, responsabile della divisione antitrust, parlando di una sentenza che rappresenta una «vittoria anche per i lavoratori».
Penguin e Simon Schuster invece si dicono deluse. «Stiamo valutando la decisione e discutendo i prossimi passi», ha detto Paramount, a cui fa capo Simon & Schuster. «Siamo profondamente in disaccordo con la decisione» che è un «colpo per i lettori e gli autori», ha tuonato Penguin, notando come l'attenzione del Dipartimento di Giustizia sugli autori ben pagati invece che sui consumatori va «contro la sua missione di assicurare una concorrenza giusta».
Per l'antitrust americano si tratta di un importante successo seguito a una serie di sconfitte che hanno alimentato i dubbi sulla strategia aggressiva di Kanter, nominato da Biden per domare la condotta anti concorrenziale di 'Corporate America, finora con scarsi risultati.