Dopo i record dell'estate 2022 per il conflitto russo-ucraino, la borsa di Amsterdam segna oggi un -52,6% da inizio 2023
LUGANO - Oggi il prezzo del gas è sceso ai livelli (36 €/MWh) fatti registrare ben prima della guerra fratricida tra Mosca e Kiev, ovverosia ai minimi da circa due anni.
Un dato che fa riflettere. Specie se al conflitto a est se ne è poi aggiunto un altro in Medio Oriente.
La paura di uno shock e due scenari
Con lo scoppio delle ostilità tra Hamas e Israele dello scorso 7 ottobre, infatti, i prezzi del gas metano avevano inizialmente subito un contraccolpo (+5,5%) dettato dalla paura di un possibile shock all'offerta.
Gli esperti preannunciavano due scenari possibili: quello di un inverno freddo, con possibili aumenti fino al 20/25%, o quello di una stagione invernale con temperature miti e una conseguente riduzione delle tariffe.
Ma la possibilità di uno scossone all'insù non poteva che essere temuto e richiamato da quanto accaduto dopo il 24 febbraio 2022, giorno in cui Mosca - tra i maggiori esportatori di gas destinato al cuore dell'Europa, Germania in primis - invadeva il territorio ucraino, cominciando un conflitto che ancora oggi semina morte e distruzione.
A quest'ultima guerra si arrivava dopo la fine della pandemia, la conseguente ripresa della domanda globale e la quotazione al rialzo delle materie prime.
I prezzi "scoppiano" dopo l'invasione di Putin
A marzo del 2022 assistiamo al picco dei prezzi (spot TTF pari a 125,42 €/MWh), tra le minacce di Putin di chiudere i rubinetti verso l'UE e la Polonia che cessa di pompare gas nel gasdotto destinato alla Germania.
Si arriva poi all'estate (picco TTF ad agosto, pari 222,33 €/MWh).
E tutti ricordano la corsa dei Paesi a trovare nuovi fornitori, guardando ad esempio verso Libia e Algeria, e fonti alternative, come il gas naturale liquefatto. Nel frattempo l'inflazione è galoppante: famiglie e imprese fanno i conti con bollette (giugno/luglio 2022) che mettono in ginocchio i bilanci di entrambe.
L'Europa, tra stoccaggi e fonti alternative
Si ricorre agli stoccaggi, alle energie rinnovabili. Il dibattito si accende, anche intorno all'atomica. Fatto sta che gli Stati europei riescono ad arrivare preparati all'inverno tra il 2022 e il 2023.
In concomitanza con una riduzione delle produzioni industriali mondiali - con conseguente calo della domanda - e una prima parte della stagione solo relativamente fredda. Fattori che contribuiscono al calo dei prezzi (TTF novembre 2022 pari a 91,18 €/MWh).
Fino all'arrivo del "famigerato" price cap, che approvato a dicembre (2022), darà un'ulteriore spinta alla riduzione del prezzo, nonostante l'entrata in vigore fissata "solo" per gennaio 2023.
E proprio il 2023 porta con sé, nonostante il perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina, un calo deciso delle tariffe, tanto che febbraio 2023 (60,85 €/MWh) registra una riduzione di oltre il 30% rispetto il mese precedente.
Oggi il gas scende a 36 euro, ai minimi da due anni
Arriviamo infine da dove abbiamo cominciato il nostro breve excursus, ovvero a oggi.
Nonostante il perdurare dei due conflitti, il prezzo del gas scende ai livelli antecedenti la guerra tra Russia e Ucraina. Si è infatti fin qui verificata l'opzione di un inverno mite, con gli stoccaggi che risultano essere superiori alla media degli altri anni.
Ecco che ad Amsterdam le quotazioni del gas si attestano oggi a 36 euro al megawattora, dopo un minimo di giornata a 35,9 euro.
Ma la fotografia più nitida la dà quella "in percentuale": dall'inizio dell'anno il calo complessivo del prezzo è del 52,6%.
Segno che si è scesi dall'altalena, almeno per adesso.