Gli esperti consultati dal KOF hanno abbassato le previsioni: i prezzi dovrebbero salire dell'1.6%
ZURIGO - L'inflazione dovrebbe mordere un po' meno di quanto finora preventivato: gli economisti consultati questo mese dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF) hanno lievemente abbassato le loro previsioni sul rincaro.
Secondo i risultati del sondaggio Consensus Forecast, pubblicato oggi, nel 2024 i prezzi al consumo dovrebbero salire dell'1,6%, a fronte dell'1,8% ipotizzato nell'ultimo rilevamento di settembre. Viene corretta al ribasso - dall'1,3% all'1,1% - anche la stima sull'inflazione fra cinque anni (2028). Per il 2023 che sta per finire gli specialisti scommettono invece sul 2,1%.
Per quanto riguarda la crescita economica, i professionisti in questione si aspettano una progressione del prodotto interno lordo (Pil) dello 0,8% nel 2023, dell'1,4% l'anno prossimo e dell'1,6% fra cinque anni. Il dato del 2024 viene leggermente rivisto al rialzo (era dell'1,3% tre mesi or sono), gli altri due sono stati confermati. Da parte sua la disoccupazione è destinata ad aumentare, ma non in modo drammatico: il tasso dei senza lavoro sarà del 2,0% quest'anno, del 2,2% nel 2024 e del 2,5% fra cinque anni.
Sempre secondo i 14 economisti interrogati dal KOF fra il 1. e il 13 dicembre il corso franco/euro si situerà a 0,96 sia fra tre mesi che tra un anno, mentre per il dollaro sono previsti rispettivamente 0,88 e 0,87. Negli stessi momenti i tassi delle obbligazioni a 10 anni della Confederazione saranno a 1,00% e a 1,15%. Il tasso di riferimento Saron (Swiss Average Rate Overnight) è invece pronosticato a 1,70% e 1,50%.
All'insegna della lieve progressione viene interpretata l'evoluzione del mercato azionario: per i prossimi tre mesi si scommette su un indice SPI a 14'500 punti e in un anno l'indicatore dovrebbe trovarsi a 15'000 punti. A titolo di confronto, stamani l'SPI fluttua intorno ai 14'600 punti.
Le previsioni del KOF Consensus Forecast (giunto alla 112esima edizione) non vanno confuse con quelle del centro congiunturale stesso, che sono state pubblicate il 13 dicembre.