Cauto ottimismo da parte degli analisti, che prevedono tagli da parte della BNS nei prossimi trimestri
ZURIGO - La Banca nazionale svizzera (BNS) lascerà invariato il tasso guida nell'esame di giugno, ma nei trimestri successivi vi saranno ulteriori tagli: è l'opinione dominante degli analisti finanziari, che confermano anche un moderato ottimismo riguardo al futuro della congiuntura elvetica.
Sono queste, in estrema sintesi, le novità che emergono dall'indice sulle prospettive economiche calcolato da UBS e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti e diffuso oggi. L'indicatore principale si è attestato in maggio a +18,2 punti, 0,6 punti più di aprile. Si è di fronte al settimo aumento mensile consecutivo, con l'indicatore che si conferma in territorio positivo, zona in cui era entrato nel febbraio scorso per la prima volta dal febbraio 2022.
Andando nei dettagli, il 30,3% degli interrogati pronostica un miglioramento della situazione congiunturale nei prossimi sei mesi, il 12,1% un peggioramento, mentre il 57,6% è convinto che non vi saranno cambiamenti (valori che determinano poi l'indice complessivo: 30,3 meno 12,1 = +18,2). Rispetto ad aprile sono diminuiti sia gli ottimisti (-7,9 punti) che i pessimisti (-8,5 punti), mentre sono aumentati coloro che puntano sullo status quo (+16,4 punti).
La fiducia per il futuro elvetico si accompagna a un'analisi lievemente più positiva per l'Eurozona (+30,3). Pure la Cina presenta un valore positivo (+32,2), in miglioramento, mentre gli Stati Uniti arrancano (-24,2), stabili rispetto ad aprile. Meno splendente, nel confronto mensile, è il giudizio sulla situazione congiunturale elvetica attuale, con un indice che scende di 11,6 punti a +6,1.
Particolarmente importanti sono i segnali per quanto riguarda il rincaro: l'inflazione in Svizzera è vista in aumento dal 9,1% del campione, mentre il 39,5% si aspetta un calo e il 51,5% stabilità. I tassi d'interesse sono attesi in contrazione nel corto termine (51,5%), mentre sul lungo periodo la quota più consistente (un analogo 51,5%) punta sull'assenza di variazioni.
Dopo il taglio a sorpresa del tasso guida operato in marzo dalla BNS la maggioranza degli esperti (64%) si aspetta che il costo del denaro sarà mantenuto all'1,50% nella seduta del 20 giugno. Nei trimestri successivi potrebbero però intervenire altre sforbiciate: ad esempio per quanto riguarda settembre il 35% degli esperti vede il tasso al'1,25% e un ulteriore 18% lo pronostica all'1,00%.
Il 60,6% degli interrogati (+13,5 punti rispetto ad aprile) prevede inoltre un incremento dell'indice di borsa elvetico SMI nei prossimi sei mesi, il 27,3% punta su valori stabili e il 12,1% su una contrazione. Sul fronte valutario, il 48,5% si aspetta un rafforzamento del franco rispetto all'euro, il 15,2% un indebolimento e il 36,4% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso. Riguardo alla disoccupazione il 31,2% vede una crescita dei senza lavoro, il 62,5% una stagnazione e il 6,2% un calo.
Al sondaggio, effettuato fra il 16 e il 23 maggio, hanno partecipato 33 analisti della comunità finanziaria elvetica. L'inchiesta in questione viene realizzata dal gennaio 2017: fino all'agosto 2023 partner di CFA era Credit Suisse, ora è UBS, banca che ha rilevato il concorrente.