Bianconeri nei piani alti della classifica, Bordoli: «Quando ho detto che Servette e Lugano potevano contendere il titolo all'YB...».
«Sabbatini? Da confermare, assolutamente».
LUGANO - Ultima pausa per la Nazionale prima del rush finale di un campionato che vede il Lugano terzo in classifica a -8 dalla vetta. Reduci da cinque convincenti vittorie consecutive - fra cui una in Coppa - i bianconeri del Crus torneranno in campo sabato alle 18 in trasferta contro lo Stade LS, ultimo della classe. Con l'obiettivo di allungare la striscia e, perché no, rosicchiare qualche altro punticino a bernesi e ginevrini.
Una situazione che l'ex allenatore del Lugano Livio Bordoli aveva "preconizzato" già in autunno, quando aveva dichiarato che il Lugano poteva ambire il titolo. Parole che al Mister momò non erano piaciute... «È normale che un allenatore cerchi di "nascondersi", togliendo pressione ai giocatori. Quando ho detto che Servette e Lugano potevano contendere il titolo allo Young Boys, di certo non mi sbagliavo... Queste tre squadre hanno delle qualità decisamente superiori rispetto agli altri, incluso il Basilea che non incute più alcun timore. La classifica mi sembra parli chiaro».
Servette e Lugano, due compagini che propongono un calcio moderno...
«Decisamente. René Weiler sa far giocare molto bene le sue squadre. Anche quando allenavo riusciva sempre a mettermi in difficoltà con qualcosa di inaspettato. Non dimentichiamo, poi, che fino a due settimane fa erano impegnati anche in Conference e malgrado ciò sono riusciti a tenere il passo dell'YB. Sul fronte Lugano, invece, è stato molto bravo il Crus a gestire il gruppo nel momento in cui era in difficoltà, facendo sentire tutti parte integrante del progetto. La rosa del Lugano è profonda e ben costruita: non sono solo undici/dodici i giocatori in grado di far male all'avversario».
Attualmente il Crus è il miglior allenatore che allena in Svizzera?
«È senza dubbio uno dei migliori. Altri due profili che apprezzo molto sono quelli di Mauro Lustrinelli e Mario Frick. C'è senza dubbio anche il già citato René Weiler, ma non è più una sorpresa. Non dimentichiamo che nel 2017 ha portato l'Anderlecht a vincere il titolo in Belgio».
Il Lugano deve aver paura che qualche squadra gli porti via il suo Mister?
«Non parlerei di paura. Prima o poi, però, potrebbe capitare perché sono convinto che la grande occasione arriverà anche per lui. Ad ogni modo, se fossi Mattia punterei a essere il primo allenatore del Lugano nel nuovo stadio. Sono convinto che, nonostante manchi tanto tempo, questo pensiero ce l'abbia anche lui...».
E se domani gli arrivasse un'offerta irrinunciabile?
«Dovrebbe pensarci. Faccio un esempio: se sul tavolo dovesse presentarsi una proposta dalla B italiana, sarebbe un peccato non coglierla. Pensate che il mio amico Federico Valente, che in carriera non ha mai allenato se non nelle categorie giovanili, oggi è l'allenatore del Südtirol in Serie B. Nella vita, e specialmente nel calcio, ci vuole anche un pizzico di fortuna».
Capitolo Sabbatini: merita una conferma?
«Assolutamente sì. Nel calcio si prende e si dà e lui al Lugano ha dato tantissimo ed è ancora oggi un perno. È un ragazzo d'oro, ma non lo terrei per questo... Semplicemente perché sul rettangolo verde si è rivelato e si sta rivelando un giocatore che può ancora dare qualcosa alla causa».