Michaël Ngoy, ex difensore, si gode la famiglia e guarda al futuro: «Ho 39 anni e tante idee, tanti progetti».
«Sto benissimo e mi sento fortunato: potevo continuare, ma la testa mi ha detto che era il momento giusto per dire basta. Favorite? Dico Zurigo. Lo Zugo resta al top, ma ha perso pedine importanti».
AMBRÌ - Appesi i pattini al chiodo al termine della scorsa stagione, l’ex difensore Michaël Ngoy si gode la famiglia e guarda al futuro. Superato in carriera il traguardo delle 1’000 partite in LNA indossando le maglie di Losanna, Friborgo e Ambrì, il 39enne resta vicino al mondo dell’hockey ma non ha rimpianti né nostalgia del ghiaccio.
«Sto benissimo e mi sento davvero molto fortunato - interviene ai nostri microfoni l’ormai ex biancoblù - A livello fisico avrei potuto continuare tranquillamente altri 2-3 anni, ma ho sentito che era il momento giusto per dire basta. Ho 39 anni e tante idee, tanti progetti. Sono prontissimo per questa nuova parte della mia vita insieme alla mia famiglia».
Insomma l’estate appena passata, senza amichevoli, cicli di preparazione a secco e le fasi di avvicinamento alla nuova stagione, non ti hanno fatto cambiare idea.
«Assolutamente no, per niente. Non avevo più la testa al 100% nell’hockey e, senza questo presupposto che reputo indispensabile, non si può cominciare una nuova annata. Quando ho visto le foto dei primi allenamenti sul ghiaccio mi sono detto: “Bravo Mich, hai fatto bene” (ride, ndr). A livello fisico poi, in realtà, mia moglie mi dà del pazzo… - aggiunge divertito - Mi sono allenato tanto e ho svolto una preparazione come gli altri anni, ma l’ho fatto per me. Per il mio benessere e perché mi fa stare bene. È una parte che mi è sempre piaciuta».
Personaggio mai banale, Ngoy sta già lavorando su alcuni progetti interessanti.
«Alcuni anni fa avevo seguito una scuola per ottenere un brevetto Federale. Era andato tutto molto bene e, proprio da lì, mi è venuta l’idea di addentrarmi in questo campo per offrire possibilità formative anche ad altri sportivi. Insomma per fare in modo che degli adulti possano portare a termine una formazione seria e ottenere un diploma Federale».
Tornando all’hockey è ormai imminente anche il debutto dell’Ambrì, atteso a Zurigo. Sabato, contro il Friborgo, ci sarà invece l’attesissimo e storico esordio nella nuova arena. Ci sarai?
«Da mesi mi ero preparato per questo evento, ma purtroppo non potrò presenziare. Verrò il prima possibile e sabato sarò al 100% davanti alla tv per seguire il match. Non voglio perdermelo assolutamente. Sono curioso di vedere le immagini della nuova Valascia e dell’ambiente in pista. Sarà pieno e mi immagino un’atmosfera da pelle d'oca. I tifosi hanno sofferto per le restrizioni del Covid e non vedono l’ora di tornare sugli spalti. Saranno carichissimi. Anche la squadra lo sarà. Oltretutto le cosiddette "piccole" sanno bene quanto sia importante iniziare la stagione col piede giusto e fare subito più punti possibili».
Il roster dell’Ambrì, rispetto allo scorso anno, è cambiato parecchio. Come vedi i biancoblù?
«È vero che nell'organico ci sono stati tanti cambiamenti, ma la strategia dello staff è rimasta quella. Duca e Cereda sanno cosa serve. Anche per me i nuovi stranieri sono da scoprire, ma sono arrivati un paio di giovani svizzeri molto bravi. Saranno perfetti per il sistema di Luca. Questo Ambrì è una bella squadra e, con l'entusiasmo “extra” portato dalla nuova pista, sarà da seguire e tenere d’occhio».
Infine una domanda secca. Per Ngoy, dopo l’ultimo mercato, chi è la favorita per il titolo?
«Questa stagione dico Zurigo. Ha 4 linee incredibili ed è tornato pure Malgin. Poi ci sono altri svizzeri come Hollenstein, Andrighetto e Yannick Weber… i Lions hanno tutto per andare fino in fondo. Poi c’è sempre lo Zugo. Restano al top, ma hanno perso Diaz, Alatalo e Hofmann. Dietro Zurigo e Zugo spero poi di vedere una bella sorpresa».