Il tecnico tedesco è carico e motivato: «Ho visto un grande potenziale e tanto talento in pista».
Il 59enne è sceso per la prima volta sul ghiaccio con la sua nuova squadra.
LUGANO - Nella giornata odierna - mercoledì 15 gennaio - ha avuto luogo la presentazione di Uwe Krupp, nuovo head-coach del Lugano al posto di Luca Gianinazzi.
Ricordiamo che il 59enne vanta una grande esperienza in panchina, poiché è stato l’head-coach della nazionale tedesca per diverso tempo (2005-2011). In seguito ha allenato gli Eisbären Berlin e i Kölner Haie (fino al mese di aprile del 2024) in Patria per diversi anni, così come lo Sparta Praga per due stagioni. «Normalmente non mi piace sedermi su una panchina a stagione in corso e preferisco sempre iniziare il campionato partendo dalla preparazione estiva, perché mi piace costruire», sono state le prime parole di Krupp. «In questo caso sono però contento, era un'ottima opportunità e non potevo lasciarmela sfuggire. La trattativa si è chiusa molto velocemente ed è un onore per me poter allenare un club storico, con una grande tradizione come il Lugano».
Il coach tedesco si è accordato con i bianconeri fino al termine della stagione e avrà il compito di risollevare una squadra che occupa la 13esima posizione in classifica. «Non voglio parlare troppo del passato. Capita nello sport di trovarsi ogni tanto in difficoltà e arrivano sempre quei momenti in cui si vogliono fare dei cambiamenti. Sono appena arrivato e non conosco ancora tutto l'ambiente, ma sono motivato a crescere insieme al gruppo. Non vedo l'ora di disputare venerdì la prima partita».
Krupp ha già avuto modo di scendere per la prima volta in pista con la sua nuova squadra. «Ho visto un grande potenziale e tanto talento in pista. Reputo il roster di assoluta qualità e credo ci siano tutti gli ingredienti per poter fare bene. Detto ciò anche i nostri avversari hanno dimostrato di essere molto competitivi, ma scoprirò già il prossimo weekend a che punto saremo. Dopo che avremo disputato entrambe le partite sarò sicuramente in grado di avere più indicazioni. In ogni caso l'atmosfera che ho percepito era positiva, ma quando c'è un cambio dell'allenatore c'è sempre un po' di agitazione».
Che tipo è Krupp? «Quando cerco di descrivermi non credo proprio di essere il tipico prodotto dell'hockey tedesco. Lasciai la Germania quando avevo 19 anni per andare in NHL, trascorrendo 25 anni Nord America e tutta la mia carriera professionale è praticamente passata da lì. Innanzitutto dovrò conoscere ogni giocatore singolarmente sotto tutti gli aspetti, anche nel privato. Voglio confrontarmi, conoscere le sensazioni di ognuno e capire tutti i punti di vista. In seguito parleremo anche degli obiettivi della stagione. Negli ambienti altamente competitivi bisogna lavorare tanto e guadagnarsi costantemente il rispetto degli atleti. L'allenatore che ha influenzato maggiormente la mia carriera di coach? Marc Crawford e Joel Quenneville, con i quali ho vinto la Stanley Cup nel 1996».