Semaforo fisso sul rosso: anche la Formula 1 si interroga e cerca soluzioni. La parola all'ex pilota Jarno Trulli.
Di fronte all'emergenza per i team è difficile pianificare il futuro: «Ora c’è una battaglia più importante da vincere. Tante scuderie si stanno applicando per produrre respiratori. Vettel-Ferrari? Sensato cristallizzare le posizioni».
SAVOSA - Gare rinviate o cancellate, programmi stravolti e totale incertezza: di questi tempi le giornate sono scandite da comunicati e annunci ufficiali, in cui ogni genere di evento fa i conti con il Covid-19.
Con il “Re denaro” che sta mettendo alle strette anche il mondo dello sport, la Formula 1 non fa eccezione ed è in fermento per cercare una possibile soluzione che possa salvare il Mondiale 2020 e limitare i danni. Ad oggi il semaforo verde è in agenda il 14 giugno a Montréal, ma purtroppo anche il GP del Canada potrebbe ben presto saltare. Insomma per sapere se e quando realmente si partirà, ci vorrebbe una sfera di cristallo…
«La situazione è intricata, chi fa previsioni oggi è un folle», interviene ai nostri microfoni Jarno Trulli, ex pilota di Formula 1 con alle spalle 256 Gran Premi. «Al momento non si può ripartire e non si ha nessuna idea di come possa evolvere la situazione. La F1 è globale, mentre la diffusione del virus non è uniforme. Non si può pensare di cominciare da una parte e non poter andare da un’altra».
Il ragionamento di Trulli, che sta affrontando l’emergenza coronavirus nella sua casa di Savosa insieme alla sua famiglia, non fa una grinza.
«È già stato commesso il gravissimo errore di andare in Australia, da dove doveva scattare la stagione lo scorso 15 marzo. Io l’avevo detto fin dall’inizio: i team non dovevano nemmeno partire. Invece sono andati e ci hanno “lasciato le penne” con il GP saltato all’ultimo momento. Ora, commettere due volte lo stesso errore, sarebbe diabolico».
Nella migliore delle ipotesi sarà un Mondiale ridotto.
«Il rischio è quello di fare un campionato a 10 gare. Si potrebbe anche pensare di ripartire e piazzare due GP a weekend sulla stessa pista. Uno al sabato e uno alla domenica. Però sono tutte supposizioni. Insomma sono solo ipotesi».
In questo scenario per i Team è difficile lavorare e pianificare il futuro.
«Indubbiamente, ma ora c’è una battaglia più importante da vincere. Sappiamo che molte scuderie si stanno coordinando e applicando con i propri governi per costruire dei macchinari. Dopo la Ferrari, impegnata in Italia nella produzione di parti per respiratori e apparecchi medicali, tanti altri team si sono uniti nel “Progetto Pitlane” che coinvolge Red Bull Racing, Racing Point, Haas, McLaren, Mercedes, Renault e Williams. Hanno i macchinari, le capacità tecniche e la tecnologia. La Mercedes, ad esempio, ha sviluppato in meno di una settimana i primi modelli di respiratori. È un bel segnale. È giusto applicare le proprie capacità ingegneristiche per creare dispositivi che possano salvare vite umane».
Intanto, tra le gare già cancellate, c’è pure lo storico GP di Monaco, dove proprio Trulli trionfò nel 2004 con la Renault.
«Ho molti bei ricordi che spaziano in 30 anni di gare partendo dai kart, ma il successo a Monte Carlo, su una pista tutt’altro che banale, è forse quello più speciale. Il GP di Monaco è un punto di riferimento per ogni pilota».
Accantoniamo un attimo il Covid-19 per parlare di Ferrari. Leclerc blindato e con un futuro che si preannuncia roseo, Vettel in scadenza e probabilmente già scavalcato nelle gerarchie.
«Leclerc è sicuramente un giovane su cui puntare. Predestinato? Non so come lo vogliamo chiamare, ma il talento c'è. Il prossimo futuro della F1, per quel che si è visto sin qui, sembrerebbe essere proprio nelle sue mani e in quelle di Verstappen. Sono in due ottimi team e hanno le carte in regola per togliersi tante soddisfazioni».
Vettel è da riconfermare?
«In questo senso pare che la Ferrari si sia già mossa. A mio avviso, considerando la situazione, credo sia più sensato cristallizzare le posizioni, anziché cambiare. Credo che la F1 si prenderà una sorta di anno sabbatico, nel senso che sarà difficile trarre conclusioni se salta più di mezzo campionato. Tanto vale riconfermare Vettel anche per il prossimo anno, poi si vedrà. Lo stesso credo che valga per Antonio Giovinazzi con l’Alfa Romeo Racing. Per lui questo poteva essere un anno importante per mettersi in mostra e giocarsi le sue chance, ma sin qui non ha certo avuto fortuna…».
Sul tavolo, per Seb, pare esserci un'offerta per il solo 2021 e con cifre ridimensionate rispetto all'attuale contratto, che garantisce al tedesco circa 35 milioni di euro all'anno.
«È normale. Di questi tempi poi, con l’incognita coronavirus, anche gli stessi piloti - non solo Vettel - devono pensare a una riduzione degli ingaggi. C’è una perdita di fatturato e siamo tutti sulla stessa barca», conclude il 45enne Jarno Trulli.