«Siamo noi, dentro l'abitacolo, a rischiare la vita»
Dall’idiozia alla critica: Verstappen ancora contro il taglio agli stipendi.
BAKU - Presentatosi a Baku, al weekend del Gran Premio di Azerbaigian, da leader della classifica piloti, al primo appuntamento davanti ai microfoni Max Verstappen ha voluto puntualizzare la precarietà della situazione-campionato. L’olandese ha grande fiducia nella sua macchina e nel suo team, ma sa anche che gli avversari - leggasi Charles Leclerc e la Ferrari - non hanno certo gettato la spugna. Sono anzi estremamente competitivi e pericolosi. «Le Ferrari sono molto forti - ha tagliato corto il campione del mondo in carica - non conta ciò che dicono gli altri. Ci aspetta un fine settimana estremamente difficile, nel quale dovremo fare benissimo per avere la possibilità di cogliere un altro successo». Prima di concentrarsi esclusivamente su partenza, curve, prestazioni e telemetria, Verstappen ha però scelto di tornare a parlare di un argomento che gli sta particolarmente a cuore: quello del salary cap che potrebbe essere inserito dalla Formule One Commission. In Formula 1 è già stato imposto il budget cap, pensato per limitare le spese riguardanti lo sviluppo e fissato a 140 milioni di dollari a stagione. Ora potrebbe però toccare agli stipendi. Già negli scorsi giorni il suo manager aveva definito l’idea “un’idiozia”; il pilota “orange” ha tuttavia voluto rincarare la dose.
«La Formula 1 è sempre più popolare a livello globale - ha specificato il 24enne - Per questo tutti guadagnano molto più che in passato. Perché noi piloti dovremmo vedere limitati i nostri introiti? Perché dovrebbe essere inserito un tetto agli stipendi? In fondo siamo noi, dentro l’abitacolo, a rischiare la vita». L’ipotesi, che comunque deve ancora trasformarsi in una proposta ufficiale e soprattutto deve essere approvata, non avrebbe comunque un effetto retroattivo. Lo scorso mese di marzo Verstappen ha sottoscritto con la “sua” Red Bull un contratto quadriennale da - circa - 170 milioni di sterline totali e questo non potrebbe essere tagliato. A rischio ribasso sono invece tutti i nuovi accordi.
Contro qualsiasi tipo di limitazione si è espressa pure la stessa Red Bull. Il team principal Christian Horner ha più volte ribadito l’importanza, a livello commerciale e strategico, oltre che in pista, dei piloti, simboli riconosciuti delle monoposto che guidano.