Un’associazione vuole impedire il matrimonio gay in Svizzera. Le organizzazioni gay hanno preso posizione
BERNA - “Per una famiglia tradizionale": è la neocostituita associazione voluta da gruppi conservatori e religiosi, il cui scopo è rafforzare l’idea di nucleo familiare tradizionale e impedire il matrimonio gay. Già annunciato il referendum contro i piani del Consiglio federale che intende consentire l’adozione dei figliastri.
Secondo il co-Presidente Marco Giglio, l’associazione intende fermare lo «smantellamento della famiglia tradizionale» e rompere «la falange delle lobby gay», perché in ogni caso «il matrimonio e un nucleo familiare sono possibili solo tra marito e moglie, anche se i media cercano di veicolare un’immagine diversa. Conchita Wurst è un esempio di questa aberrazione». Gli fa eco il consigliere nazionale Jackob Buechler (Ppd): «Non sono preoccupato, ma mi chiedo dove finiremo se continuiamo ad aprire porte. Senza contare che una società ha bisogno di regole anche in casa».
Bastian Baumann, direttore dell’organizzazione gay Pink Cross, non le manda a dire: «È un gruppo chiuso, non al passo coi tempi. Naturalmente è libero di costituirsi come realtà, viviamo in un paese democratico. Vogliamo però che i consiglieri nazionali si ricordino che di fronte alla legge siamo tutti uguali, perché non dovrebbe valere anche per il matrimonio?». A chi mette in dubbio la loro attenzione al benessere del bambino, il deputato liberale basilese Daniel Stolz, omosessuale dichiarato, risponde: «È quello per noi il punto centrale, non il sesso dei genitori».