Nelle prime ore dopo l'introduzione dell'obbligo qualche visitatore straniero ha dovuto "prendere le misure"
FERRARA - Da venerdì 6 agosto in Italia vige l'obbligo di presentare il certificato vaccinale o di guarigione dal Covid-19 (il cosiddetto Green Pass) per compiere una lunga serie di attività: andare al bar o al ristorante al chiuso, accedere a musei, mostre, concerti e così via.
La popolazione italiana è stata ampiamente avvisata dell'introduzione dell'obbligo, ma non tutti i turisti che affollano le località di vacanza e i centri storici ne erano a conoscenza. Quello che viene descritto come un «caso limite» in un'altrimenti debutto senza grossi scossoni riguarda un visitatore svizzero ed è riferito questa mattina dall'edizione di Ferrara del quotidiano Il Resto del Carlino.
L'uomo, arrivato nella città emiliana insieme alla fidanzata, era in coda per entrare al Castello estense - il principale monumento cittadino - ma era sprovvisto di certificato vaccinale, al contrario della compagna di viaggio. «Nel nostro Paese non esiste e ho visto che in Francia non l’hanno introdotto per le proteste. Pensavo fosse stato rinviato anche qui, in Italia» ha spiegato l'uomo esprimendosi in perfetto italiano, come sottolinea il giornalista.
Messo di fronte alla presenza dell'obbligo, il turista rossocrociato non si è perso d'animo e si è recato in una delle farmacie del centro cittadino che forniscono il servizio di tampone rapido. Dopo un quarto d'ora di attesa (e l'esito negativo del test) ha potuto riprendere il suo posto in fila. «Ieri sera (giovedì, ndr) siamo andati al ristorante e non abbiamo avuto problemi, invece adesso sono stato fermato» afferma, ma senza voler far polemica. Giovedì, infatti, l'obbligo di Green Pass non era stato ancora introdotto.
Il nostro turista ha fatto tesoro di quello che gli è capitato venerdì. «Ho fatto il test in farmacia e, siccome il mio viaggio in Italia continua, mi terrò ben stretta la prova del tampone».