L'Austria lo ha fatto, la Germania ci pensa. Ma da noi i virologi non sono tutti concordi
BERNA - Due G, tre G, contagi che salgono a livelli record. La quarta ondata è un valzer di numeri e lettere, in Austria il governo ha deciso di ammettere nei locali pubblici solo le persone vaccinate o guarite - geimpft, genesen - mentre in Germania l'accesso è ancora consentito anche ai "gesund" - la terza G - ossia i "sani" con tampone negativo.
Ma i virologi tedeschi invocano una stretta "austriaca" per contenere le ospedalizzazioni, e anche in Svizzera aumenta la preoccupazione. «Tra due o tre settimane, la situazione nella Confederazione sarà simile, gli ospedali rischiano di nuovo di ritrovarsi sotto pressione» dice Manfred Kopf, professore di biomedicina molecolare all'ETH di Zurigo ed ex membro della task force.
Il neuroscienziato Dominique de Quervain condivide l'appello a una stretta sulle misure: «In particolare occorrerebbero mascherine obbligatorie nelle scuole, l'obbligo di certificato sul posto di lavoro, e nel tempo libero andrebbe eliminata la possibilità di tamponarsi».
Dalle file della politica si rinnovano gli appelli alla vaccinazione: per Lorenz Hess, consigliere nazionale del Centro, bisogna accelerare sulla terza dose. «Se non ci sono controindicazioni scientifiche, allora il richiamo andrebbe esteso a tutta la popolazione il prima possibile. Già a partire da settimana prossima».
Il consigliere nazionale dei Verdi Liberali Martin Bäumle è d'accordo: «Penso che sia sbagliato che gli under 75 non possano ancora ricevere il richiamo. Chiunque lo desideri dovrebbe avere accesso, dando la priorità agli over 65». La Confederazione secondo il deputato ha aspettato troppo a lungo, ma può recuperare il ritardo in fretta perché «è un paese piccolo e veloce».
Andreas Faller, ex vice direttore dell'UFSP, tranquillizza gli animi: «Il fattore decisivo in questa fase della pandemia è il numero di ricoveri, e il Consiglio federale lo ha giustamente comunicato. Attualmente le ospedalizzazioni sono stabili o addirittura in leggero calo» ricorda l'esperto. Nell'aprile 2021, per fare un confronto, la media giornaliera era di 120 ricoveri a fronte di 2mila contagi. Ora è di 50 ogni 4mila.
Finché i decorsi gravi e i decessi non aumentano in modo significativo, l'impennata dei contagi non è di per sé una cosa negativa, secondo Faller: «I virologi, gli epidemiologi e gli immunologi dovrebbero anzi essere contenti. Per ogni persona infettata che non ha un decorso grave, l'immunità nella popolazione aumenta». Per identificare anche le persone che sono state immunizzate senza accorgersene, Faller suggerisce di testare tutti coloro che non sono stati vaccinati o che non sono guariti.