Bene il settore orologiero, male quello farmaceutico. In calo anche le importazioni
BERNA - Il commercio estero svizzero ha perso leggermente slancio in ottobre, sulla scia del minore dinamismo del comparto chimico-farmaceutico: rispetto a settembre le esportazioni sono scese dell'1,4% a 20,8 miliardi di franchi, mentre le importazioni hanno subito un calo del 2,3% a 16,4 miliardi.
Il decimo mese dell'anno si chiude così con un eccedenza di 4,4 miliardi, vicina a quella record di 4,5 miliardi che risale ad agosto, emerge dai dati pubblicati oggi dall'Amministrazione federale delle dogane (AFD).
Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (cioè corrette dell'effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -1,5% (export) e -4,4% (import). Le esportazioni arretrano dopo aver subito un ristagno in settembre: rimangono comunque su una tendenza positiva, per quanto rallentata, commentano gli specialisti dell'AFD.
Nel confronto con settembre i vari settori dell'export hanno mostrato andamenti assai differenti. Quello di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) -2,8 (a 10,9 miliardi di franchi); seguono le macchine e l'elettronica, sostanzialmente rimaste stabili (+0,7% a 2,6 miliardi), avanza l'orologeria (+2,2% a 1,9 miliardi), arretrano gli strumenti di precisione (-2,4% a 1,4 miliardi) e marciano quasi sul posto i metalli (+0,6% a 1,2 miliardi).
A livello geografico, il continente più importante per i prodotti con il marchio della balestra rimane l'Europa (+3,3% a 12,5 miliardi), che ha sofferto poco per lo scarso dinamismo mostrato dal principale paese di sbocco dell'export, la Germania (-0,3% a 3,5 miliardi). In forte calo è invece il Nordamerica (-10,1% a 3,8 miliardi), mentre stabile è l'Asia (+0,4% a 4,4 miliardi), dove va rilevata la cattiva performance della Cina (-3,4% a 1,3 miliardi).
Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante è quello chimico-farmaceutico (-11,4% a 4,3 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (+0,1% a 2,7 miliardi), veicoli (-9,4% a 1,4 miliardi), metalli (+0,2% a 1,4 miliardi), tessili e abbigliamento (+5,7% a 1,1 miliardi), nonché derrate alimentari (-2,0% a 1,0 miliardi). Riguardo alle regioni, il calo maggiore viene osservato in Europa (-4,4% a 11,3 miliardi); debole è anche l'Asia (-0,7% a 3,4 miliardi), mentre il Nordamerica (+9,9% a 1,2 miliardi) mette a a referto un incremento.