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SVIZZERA/ITALIA«Lo stato in cui versa quel ponte mi fa rizzare i capelli»

09.06.24 - 20:00
L'Ufficio federale dei trasporti scarica la responsabilità sulle Ferrovie dello Stato italiane.
screenshot video
Lo stato del ponte di Porto Valtravaglia (Italia), in un video risalente al 31 maggio 2024.
Lo stato del ponte di Porto Valtravaglia (Italia), in un video risalente al 31 maggio 2024.
Fonte SONNTAGSZEITUNG
«Lo stato in cui versa quel ponte mi fa rizzare i capelli»
L'Ufficio federale dei trasporti scarica la responsabilità sulle Ferrovie dello Stato italiane.
Intanto si riaccende la polemica sui progetti ferroviari all'estero cofinanziati dalla Confederazione.

BERNA/LUINO - Era il 2014 quando veniva firmata una convenzione tra Svizzera e Italia che prevedeva l'ampliamento del corridoio ferroviario per consentire il trasporto di semirimorchi alti quattro metri sull'asse San Gottardo. Allora, i finanziamenti elargiti dalla parte elvetica a quella italiana erano stati pari a 133 milioni di franchi, necessari per l'adeguamento infrastrutturale della linea ferroviaria di Luino che collega i due Paesi. Nel 2020 Roma, dopo aver incassato il denaro, aveva annunciato di aver rispettato il contratto e che i lavori erano conclusi. Ora però - scrive la Sonntagszeitung - emerge una situazione preoccupante: da delle indagini risulta che alcune parti della ferrovia sono degradate, a cominciare da un ponte ferroviario situato a circa 20 chilometri dal confine, nel comune italiano di Porto Valtravaglia, sul Lago Maggiore.

A sostenerlo è Heinz Aeschlimann, ingegnere specializzato nella costruzione di ponti e responsabile della Aeschlimann Asphalt Engineering di Zofingen AG. Lo scorso maggio ha inviato una lettera all'ex Consigliere nazionale Ulrich Giezendanner segnalando le condizioni preoccupanti in cui versano il pilastro e le parti orizzontali su cui poggiano i binari del ponte: «Le sue condizioni mi fanno rizzare i capelli», ha dichiarato al domenicale.

Stando ai suoi rilievi, infatti, la struttura presenta «segni di sgocciolamento e scolorimento», inoltre non è più a tenuta stagna, favorendo l'infiltrazione di acqua. Vi sono poi «evidenti danni meccanici» causati dai veicoli che vi transitano sotto. Un quadro che mostra come sia necessario effettuare «urgentemente una perizia approfondita» da parte dell'operatore, affinché verifichi se la capacità di carico sia ancora «garantita» o meno.

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Una situazione preoccupante - Quando l'acqua penetra nella struttura portante di un ponte - spiega Aeschlimann - «dovrebbe essere controllato immediatamente da degli specialisti». «È probabile che le parti siano corrose e che la capacità portante potrebbe non essere più garantita». I difetti sono stati notati passando spesso davanti all'infrastruttura, documentando il tutto con del materiale fotografico, mentre al settimanale dice di non potersi esprimere sulle condizioni delle altre sezioni della linea ferroviaria in questione.

Insomma, se i suoi timori dovessero concretizzarsi, il ponte rischierebbe di crollare, causando un giorno un devastante incidente ferroviario. E questo lascerebbe spazio solo alla sua chiusura, per motivi di sicurezza.

La responsabilità è italiana - Interpellato sulla questione, l'Ufficio federale dei trasporti non ritiene di essere obbligato a fare nulla per una semplice ragione: la responsabilità della manutenzione e dell'esercizio sicuro è «interamente del gestore dell'infrastruttura italiana». Dal canto suo, le Ferrovie dello Stato italiane non hanno risposto alle domande della SonntagsZeitung.

«Basta dare soldi all'estero» - Per potenziare la Nuova ferrovia transalpina (Nfta), dal 2004 il governo federale ha finanziato complessivamente 20 progetti ferroviari in Germania, Italia, Austria e Francia, per un costo totale di poco più di un miliardo di franchi. E ora la maggioranza della Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale vuole che la Svizzera paghi alla Francia fino a mezzo miliardo di franchi per ampliare una linea di accesso alla Nfta sul territorio francese. Un progetto che dovrebbe andare a vantaggio della Confederazione, poiché Parigi dovrebbe utilizzare il denaro svizzero per ampliare la linea ferroviaria sulla riva sinistra del Reno per treni merci alti quattro metri. In questo modo il trasporto di masse di merci attraverso la Svizzera verso i Paesi Bassi nei container Neat di tale altezza dovrebbero essere garantiti, alleggerendo la rete stradale svizzera dal trasporto su gomma.

Non tutti però sono d'accordo. Per il consigliere nazionale dell'UDC Benjamin Giezendanner, lo stato in cui versa la linea ferroviaria italiana cofinanziata dalla Svizzera è il chiaro esempio di come gli investimenti ferroviari in altri Paesi siano a volte poco redditizi. «Prima che la Svizzera faccia generose donazioni all'estero, dovrebbe pensare alla manutenzione delle proprie linee ferroviarie», ha detto.

Quel che è curioso - conclude la Sonntagszeitung - è che la Germania, e non la Francia, è la responsabile dei collegamenti della Nfta al confine settentrionale della Svizzera. I tedeschi avevano realizzato i lavori di miglioria sulla riva destra del Reno, per lo stesso tipo di treni, già nel 1996.

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