La parola degli esperti vista l'evoluzione del conflitto, ci si aspettano 20mila allievi: «Non siamo preparati».
Un'altra barriera che preoccupa è quella della lingua. L'idea: assumere adulti ucraini per fare da mediatori.
BERNA - La Svizzera dovrà affrontare il più grande afflusso di rifugiati da decenni: il numero di ucraini che arrivano in fuga dalla guerra sarà decisamente più alto di quanto inizialmente ipotizzato. Lo scrive la NZZ am Sonntag, secondo cui i cantoni devono prepararsi.
A causa della guerra in Ucraina, in Svizzera potrebbero arrivare entro giugno tra 35 e 50 mila profughi, soprattutto anziani, donne e bambini, aveva dichiarato lo scorso mercoledì al Consiglio nazionale la consigliera federale Karin Keller-Sutter. In realtà i Cantoni - responsabili di ospitare gran parte di coloro che sono fuggiti dal loro paese - si attendono tra 250'000 e 300'000 rifugiati entro la fine dell'anno.
Per colui che dirige l'Ufficio della migrazione e del diritto civile dei Grigioni, è chiaro che i Cantoni dovranno affrontare una grande sfida. «Il fatto che ci sia così tanta solidarietà tra la popolazione è un grande aiuto». Senza il sostegno di chi vuole accogliere i rifugiati nelle loro case, alcuni Cantoni potrebbero raggiungere i loro limiti, ha detto.
L'ipotesi più realistica è un afflusso di 80'000 rifugiati, come è avvenuto alla fine degli anni Novanta durante la guerra in Kosovo: «Ma dobbiamo prepararci ora ai vari scenari possibili, anche i più improbabili», sottolinea il grigionese.
Le difficoltà sembrano già attuali: Suter ha ricevuto informazioni secondo cui ci sarebbero già limitazioni nell'ordinazione di cuscini, dato che molti Cantoni e Comuni ne hanno bisogno. Un'altra sfida è il personale per l'assistenza nelle strutture ricettive. Attualmente ogni giorno arrivano in Svizzera tra i 500 e i 1000 cittadini ucraini in fuga dal conflitto.
Fino a 20'000 allievi nelle scuole - La Confederazione, inoltre, ospita attualmente 200 studenti ucraini, un numero che potrebbe salire a 20'000 nei prossimi mesi. La sfida di integrarli è aggravata dalla carenza di insegnanti, riferisce dal canto suo Le Matin Dimanche.
«Abbiamo una carenza latente a tutti i livelli da diversi anni. Aggiungete gli effetti della crisi sanitaria, l'isolamento che continua, la stanchezza. Abbiamo bisogno di più personale e non appare da un giorno all'altro», spiega Samuel Rohrbach, presidente del sindacato degli insegnanti di lingua francese, citato dal domenicale romando.
Per quanto riguarda la Svizzera tedesca, Dagmar Rösler - a capo del sindacato degli insegnanti di lingua tedesca - sostiene sulle colonne della NZZ am Sonntag che ci si aspetta un aumento del 5-10% del numero di bambini nelle scuole di alcuni cantoni. Ciò significa che presto molte classi potrebbero presto avere uno o due bambini ucraini. Sarà necessario anche garantire un sostegno psicologico per gli allievi, aggiunge Rösler.
A rappresentare una sfida è soprattutto l'accoglienza nelle scuole di bambini che non capiscono nessuna lingua nazionale. I cantoni stanno pertanto valutando di chiedere agli adulti ucraini, formati come insegnanti, di prendere contatto con le autorità per eventualmente poter identificare alcune opportunità di aiuto nelle scuole, spiega a Le Matin Dimanche la consigliera di Stato vodese Cesla Amarella vice-presidente della Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione.