Da gennaio al 15 settembre una sessantina di persone hanno perso la vita in acqua, ben oltre la media annuale
BERNA - Il 2022 non è ancora stato mandato in soffitta, eppure già si delinea come un anno eccezionale, in senso negativo, per gli annegamenti. Secondo i dati della Società svizzera di salvataggio (SSS), da gennaio al 15 settembre una sessantina di persone hanno perso la vita in acqua, ben oltre la media annuale di 46 vittime.
Ancora più impietoso, scrive l'organizzazione in una nota diffusa oggi in serata, il confronto con il 2021, quando i morti erano stati 36. L'anno scorso però, il maltempo aveva giocato "a favore" della popolazione, riducendo i bagni.
Quest'anno quasi il 90% degli annegamenti è avvenuto in acque libere, di cui circa il 60% nei laghi e il 40% nei fiumi. Sono rimasti molto rari gli episodi fatali nelle piscine, solo tre: due hanno coinvolto bambini di 4 e 5 anni, il terzo un uomo di 46 anni colpito da un malore.
Nel paragone fra sessi, si conferma il trend osservato anche in passato: l'80% delle vittime sono uomini. Per quel che concerne la voce età, il primo picco di morti riguarda la fascia 15-30 anni, il secondo quella 70-84.
Non è stato possibile determinare in tutti i casi la nazionalità delle vittime e il loro domicilio. Malgrado ciò, è stato accertato che un terzo di esse aveva passaporto rossocrociato.