Il procedimento è altamente simbolico, poiché ha portato al primo verdetto in Svizzera favorevole a un cliente raggirato
GINEVRA - Nell'ambito del Dieselgate, un cliente di Volkswagen in Svizzera, che aveva acquistato un veicolo con un motore taroccato, ha vinto nuovamente la sua battaglia legale contro l'importatore AMAG. È quanto si evince da una sentenza pronunciata dalla Corte di Giustizia di Ginevra.
Il procedimento è altamente simbolico, poiché ha portato al primo verdetto in Svizzera favorevole a un cliente raggirato. In una sentenza emessa a fine giugno e resa pubblica oggi da Jacques Roulet, avvocato del ricorrente, la corte ha stabilito che il proprietario aveva tutto il diritto di annullare il contratto di vendita.
Nonostante il richiamo effettuato da AMAG, il veicolo era ancora troppo inquinante secondo gli standard in vigore. Il conducente avrebbe potuto essere multato se si fosse messo al volante della vettura. AMAG è stata quindi condannata a ritirare il veicolo e a pagare alla parte lesa 18 mila franchi, oltre alle spese processuali e legali stimate in un importo ancora più elevato.
Nel corso degli ultimi sei anni dallo scandalo Dieselgate, Roulet ha ripetutamente chiesto a Volkswagen e all'importatore di risarcire tutti i suoi clienti frodati. Una richiesta che non trova d'accordo AMAG, secondo cui la sentenza in oggetto non può essere applicata alle centinaia di clienti di Roulet. Per questo l'importatore non ha escluso di ricorrere al Tribunale Federale (TF).
Volkswagen ha ammesso di aver manomesso 11 milioni di auto diesel per nascondere il vero livello delle emissioni più dannose per l'ambiente e l'uomo. In Svizzera, quasi 180 mila clienti sono stati ingannati in questo modo.
Nel 2021, nell'ambito del procedimento penale, il Ministero pubblico della Confederazione aveva dichiarato di voler interrompere il procedimento penale contro il produttore e l'importatore poiché non era in possesso di elementi a sufficienza per formulare un'accusa.