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CANOBBIOStudenti SUPSI in visita in Cina

22.09.17 - 16:40
Il team CHIP Ticino, composto da Alessandro Mascheroni, Francesco Bonfiglio, Fabian Frei della SUPSI e Yang You, studente USI, ha lavorato da febbraio a luglio 2017 alla realizzazione di Airware
Studenti SUPSI in visita in Cina
Il team CHIP Ticino, composto da Alessandro Mascheroni, Francesco Bonfiglio, Fabian Frei della SUPSI e Yang You, studente USI, ha lavorato da febbraio a luglio 2017 alla realizzazione di Airware

CANOBBIO - Tre studenti SUPSI hanno partecipato al CHIP - China Hardware Innovation Platform - programma diffuso sul territorio svizzero il cui obiettivo è promuovere un modello alternativo di formazione in ambito tecnologico che propone agli studenti un apprendimento esperenziale immersivo in un’azienda Cinese.

Il CHIP - China Hardware Innovation Platform - giunto alla sua terza edizione, ha visto nel 2017 la partecipazione delle università del Canton Ticino. Il programma propone la creazione di squadre di studenti
con competenze multidisciplinari (design, ingegneria, economia, informatica) che hanno l’obbiettivo di realizzare un progetto interattivo partendo dalla sola idea di prodotto e arrivando ad un prototipo in trenta
giorni. Il tutto si conclude poi con l’esperienza immersiva in un’azenda cinese, dove gli studenti realizzano il prototipo rifinito.

Il team CHIP Ticino, composto da Alessandro Mascheroni, Francesco Bonfiglio, Fabian Frei della SUPSI e Yang You, studente USI, ha lavorato da febbraio a luglio 2017 alla realizzazione di Airware, un oggetto
connesso che aiuta i genitori a monitorare la qualità dell’aria dei loro figli tramite un’applicazione e un dispositivo portatile.

Durante le due settimane a Hong Kong e Shenzhen gli studenti hanno poi avuto l'opportunità di visitare importanti centri di innovazione e di presentare Airware presso la HAX, acceleratore hardware, il parco
industriale SinoSvizzero Zhongshan e lo spazio XFactory.

«L’aspetto chiave dell’esperienza – spiega Serena Cangiano, coordinatrice del team CHIP Ticino - non è stato solo l’immersione nei luoghi della manifattura e dell'innovazione: è piuttosto la componente trasversale e interdisciplinare, il vedere sia strutture industriali sia strutture aperte che promuovono l’innovazione tecnologica dal basso con il coinvolgimento delle comunità internazionali e locali lavorando con hardware open source, ad aver affascinato me e gli studenti. La nostra esperienza in Cina ci ha aperto al futuro».

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