Il prestito di libri a domicilio è in calo, ma aumenta quello su supporto digitale. Ecco una radiografia commentata da Stefano Vassere, direttore del Sistema bibliotecario ticinese
LUGANO - Tutto è iniziato con le tavolette (d’argilla) e alle tavolette (digitali) sta tornando. Nel mezzo un mare di carta, negli ultimi anni un po’ mosso. Lo dicono i recenti numeri delle biblioteche pubbliche della città di Lugano, dove si è registrato un calo tra 2017 e 2018 del 5,5% dei prestiti. E lo conferma Stefano Vassere, direttore del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt), che qui traccia una radiografia sullo stato di salute complessivo di quella che gli antichi definivano “una medicina per l’anima”: la biblioteca.
A Lugano si prendono meno libri in prestito. È una tendenza confermata per tutte le sedi del Sbt?
«È confermata dai dati complessivi. Essa non è però sempre interpretabile e soprattutto non è costante: per esempio, nel catalogo cantonale i prestiti sono stati in crescita a partire dal 2015 e solo nel 2018 sono scesi, a un livello comunque superiore al dato del 2015 stesso».
Bellinzona, Lugano, Locarno e Mendrisio. Dove si legge di più? E quali sono i periodi dell'anno in cui “escono” più libri?
«Tradizionalmente, la sede che fa più prestiti è Locarno: nel 2018 sono stati prestati quasi 60'000 documenti. In questa sede, nel 2019 il movimento è stato più rilevante a gennaio e ad aprile».
A cosa può essere imputato il calo dei prestiti?
«Per quanto riguarda il nostro settore (ma anche la lettura in assoluto registra cali concreti), dovremmo prendere in considerazione anche l’offerta di libri elettronici, un servizio verso il quale l’interesse da parte dei nostri utenti cresce vistosamente».
Il boom dell'ebook mostra che il consumo di letteratura e saggistica resta forte. Quali sono però i pericoli di questo travaso dell'utenza dal cartaceo al digitale?
«Per noi, è importante il fatto che i servizi online possono essere gestiti dall’utente a domicilio, evitandogli di venire in Istituto; ciò costringerà a ripensare il ruolo del contenitore e a proporre nuove finalità».
Quali nodi irrisolti porta con sé il "prestito" di ebook?
«Prima di tutto il fatto che questo prodotto è distribuito per licenze: non acquistiamo il libro ma la facoltà di renderlo disponibile agli utenti. La nozione di collezione, qui, risulta quindi messa in discussione».
Domanda finale: la biblioteca pubblica tra cinquant'anni. Su cosa puntare per mantenere viva un'idea che funziona da sempre?
«Sul luogo e sulle sue potenzialità sociali. Un luogo pubblico, aperto, accogliente e dove si consuma un bene “morbido” come la cultura».