La categoria scrive al Governo: «Chiediamo un intervento urgente a nostro favore»
BELLINZONA - «Per noi tassisti la situazione è drammatica». La pandemia di coronavirus sta mettendo in ginocchio la categoria, che già lo scorso mese aveva chiesto allo Stato un sostegno economico. Ma c'è ancora incertezza: la Confederazione non ha infatti ancora preso nessuna decisione in merito ai lavoratori indipendenti che non sono direttamente interessati dall'ordine di chiusura dell'attività. I taxi possono infatti ancora operare. Ma i clienti non ci sono.
I tassisti di tutto il Ticino si sono ora uniti al fine di tutelare la categoria durante la crisi sanitaria ed economica dovuta alla pandemia: è così nato Taxi Ticino Uniti, il comitato di base per il comparto cantonale taxi che rappresenta le varie categorie del settore. Si parla di almeno duemila cittadini (tra operatori e i loro familiari) che vivono del reddito derivante da questa attività.
E uniti lanciano un nuovo appello al Cantone, in una lettera indirizzata a Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia: «Chiediamo un urgente provvedimento d'intervento a nostro favore, pari a quelli emessi per le altre categorie, per affrontare la perdita considerevole di reddito e che possa permetterci di riavviare, alla fine dell’emergenza che oggi ci vede economicamente in ginocchio, l’attività di servizio alla comunità con le nostre vetture».
La categoria si dice inoltre convinta che il settore «andava fermato completamente nel primo provvedimento emanato dal Governo, per la mancanza dei requisiti di sicurezza previsti dalle ordinanze e francamente non capiamo questa incoerenza legislativa». E in merito all'attuale situazione viene sottolineato che i lavoratori sono avviati «verso il dramma sociale del fallimento e della conseguente disoccupazione straordinaria».