Ticino capitale svizzera per Pasqua. Qualche dritta dal direttore di Ticino Turismo
Angelo Trotta: «Speriamo che l'apertura dei corridoi verso altre destinazioni non causino annullamenti. Vogliamo la normalità, ma che la competizione con l'estero sia rimandata più avanti»
LUGANO - LUGANO - I primi segnali del temuto affollamento pasquale si stanno già manifestando. Ecco le prime code in autostrada e alle casse dei grandi magazzini. Segno che la Pasqua è già qua. Croce e delizia, quest’anno, per il settore turistico. «Nei tre giorni sono attesi circa quarantamila arrivi» dice Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo.
Il servizio di prenotazione online Booking dà il 98% degli alberghi ticinesi occupati e solo 27 hotel con ancora dei posti liberi. È la fotografia di una Pasqua eccezionale oppure sono dati in linea con gli ultimi anni?
«Ci sono diversi fattori, come il meteo, che rendono difficile una previsione esatta - risponde Trotta -, ma non ci aspettiamo un flusso di turisti eccezionale rispetto ad un anno normale. Siamo forse un po’ al di sotto dei numeri del 2019. Anche perché mancano all’appello quasi tutti i turisti stranieri. L’occupazione alberghiera ci risulta un po’ più bassa, attorno al 90%. Un po’ superiore quella dei campeggi e poi ci sono gli appartamenti di vacanza che hanno una forte richiesta. Ma c’è ancora posto».
I timori principali riguardano gli spazi urbani. La paura è che i turisti si riversino nei centri più turistici. È un timore anche vostro?
«Non è tanto l’afflusso che ci preoccupa, anche perché molti turisti svolgono attività outdoor e se il tempo sarà bello le persone staranno soprattutto all’aperto. Inoltre nei principali centri turistici, come Ascona, Locarno e Mendrisio, è stato introdotto l’obbligo delle mascherine. Confidiamo inoltre nelle misure di protezione. Si può avere un buon flusso di turisti in sicurezza. L’aspetto che preoccupa un po’ tutti è un altro».
Quale?
«Il fatto che se le terrazze restano chiuse, assieme alla ristorazione, ci possano essere tanti turisti che non hanno luoghi dove andare a consumare i pasti all’aperto. Il rischio è che l’esperienza turistica non sia al 100%».
Lei cosa consiglierebbe al turista che vuole comunque godersi la vacanza: che fare?
«Tante idee si possono trovare sul nostro portale, ticino.ch. In questo momento proponiamo cinque passeggiate con vista sulle cime innevate, in tutte e quattro le regioni, dal San Salvatore, al Monte Verità, al ponte tibetano, al sentiero del San Giorgio, al sentiero educativo tra monti e lago nel Gambarogno. Ma questo è anche il momento giusto per scoprire i nostri parchi e giardini. Abbiamo il parco San Grato, quello delle Gole della Breggia, il parco botanico del Gambarogno, il centro Pro Natura sul Lucomagno e molti altri. Ricordo anche che è possibile realizzare lo scatto perfetto su una delle nove altalene realizzate dai giovani di “Swing the World”. Infine, non dimentichiamoci della cultura. Sono molto le mostre in Ticino che aprono i battenti proprio in questo periodo».
Quali sono, invece, le attività che i turisti dovrebbero assolutamente evitare?
«Per i turisti, ma anche per i locali, è importante il rispetto delle norme contro la pandemia. Evitiamo gli assembramenti».
Il bollettino meteo è sempre stato il tormento della Pasqua turistica. Se avesse la bacchetta di Zeus che cielo vorrebbe la prossima settimana?
«Sembra che le cattive previsioni si spostino sempre più in là. In pandemia uno potrebbe confidare nel brutto tempo per avere un flusso minore di ospiti. Non è il nostro auspicio come Ente turistico. Noi speriamo che il tempo sia bello, dopo la Pasqua terribile dello scorso anno sarebbe auspicabile un po’ per tutti un ritorno alla normalità. Speriamo anche che i corridoi che si stanno aprendo verso altre destinazioni turistiche, come la Spagna o il Portogallo, non causino annullamenti dell’ultim’ora. Anche noi vogliamo che tutto torni alla normalità, ma che la competizione con altre destinazioni sia rimandata più avanti».