Presentato l'Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata, attivo in seno all'Università della Svizzera italiana
A disposizione dei ricercatori un vasto archivio che comprende la raccolta degli atti giudiziari dagli anni '70 delle inchieste legate al nostro cantone. Le vicende repertoriate finora sono quasi un centinaio, per un totale di oltre 400 nomi.
BELLINZONA - È un fenomeno tanto radicato, quanto discreto. E proprio questa brama di discrezione è stata la molla per la nascita dell’Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata (O-TiCO). L’allarme non è di ieri, già nel dicembre 2019 il Dipartimento federale di giustizia e polizia aveva sottolineato che «le mafie italiane rappresentano attualmente una minaccia considerevole per la Svizzera».
Da qui l’iniziativa, presentata proprio stamane a Lugano, per la creazione di un Osservatorio, in seno all’Istituto di diritto dell’Università della Svizzera italiana. L’O-TiCO è stato sviluppato in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera (RSI), Annamaria Astrologo è la responsabile accademica, mentre il giornalista Francesco Lepori ne è il responsabile operativo.
Le carte sulle mafie - L’Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata, attivo dal 1. gennaio, ha sede nel Campus Ovest dell’USI a Lugano e offre a studenti e ricercatori la possibilità di consultare il proprio archivio, che contempla una raccolta dagli anni settanta degli atti giudiziari delle inchieste legate al Ticino, e dal 2010 degli atti giudiziari delle inchieste riguardanti il resto della Svizzera. Le vicende repertoriate fino ad ora sono quasi un centinaio, per un totale di oltre 400 nomi. Ogni dossier è composto da atti giudiziari, articoli di stampa, servizi televisivi e radiofonici, fotografie e altro materiale.
Le attività pubbliche - L’Osservatorio punta anche a organizzare diverse attività di carattere formativo e divulgativo destinate, da una parte, a individuare le questioni problematiche di carattere sostanziale e processuale, offrendo al contempo possibili soluzioni in una prospettiva di riforma normativa e, d’altra parte, a promuovere nella popolazione, e soprattutto nei giovani, la conoscenza del tema e l’educazione alla legalità. Il primo di questi appuntamenti è fissato per il 16 settembre prossimo, nel quadro dei festeggiamenti per il 25esimo dell’USI, con un convegno intitolato “Tracce della criminalità organizzata in Ticino tra passato e presente” in cui interverranno come relatori Alessandra Cerreti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e Roy Garré, Presidente della Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale.