La reazione del DSS all'annuncio degli aumenti: «La metodologia adottata? Fortemente penalizzante»
BELLINZONA - Un conto salato che per i ticinesi si rivela un'autentica batosta. A dire il vero attesa, ma comunque dolorosa. Il rincaro dei premi di cassa malati annunciato oggi dal ministro della sanità Alain Berset viaggia in media sul 6,6% in Svizzera. Ma la stangata ticinese lievita al 9,2% portando il nostro cantone sul podio dei più colpiti dai rincari (peggio solo Neuchâtel, con un +9,5% e Appenzello Interno, +9,3%).
«Abbiamo appreso con profonda delusione, frustrazione e rabbia della stangata ingiusta inferta ai ticinesi», ha esordito Raffaele De Rosa, Consigliere di Stato e Direttore del DSS, dal Palazzo delle Orsoline, durante la presentazione dei premi dell’assicurazione malattia di base per il 2023 a seguito dell’approvazione da parte dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
«La metodologia adottata risulta penalizzante per il nostro cantone, già colpito dalla pandemia in modo maggiore rispetto al resto della Svizzera - ha aggiunto -. Le basi di calcolo che prendono in esame il 2021, anno vissuto in una situazione così estrema, sfavoriscono il nostro cantone. Avevamo chiesto di considerare la media di due anni, 2020/2021. Non siamo stati ascoltati».
«Le riserve - ha quindi sottolineato De Rosa - restano a un livello elevato e andrebbero restituite da subito ai cittadini che stanno risentendo di tutti i rincari, dal costo dell'energia al costo della vita. Questa stangata pesa come un macigno sul bilancio di famiglie e cittadini. Sono rimostranze pubbliche che più volte abbiamo fatto presente a Berna senza però riuscire a convincere l'Ufficio federale della sanità pubblica». De Rosa cita quindi gli interventi sul contenimento dei costi: «Rimangono fondamentali. In primis i due pacchetti del CF, perlopiù sostenuti dal Cantone, sebbene ridimensionati nell'iter parlamentare».
I costi
Contenimento dei costi - «Sul contenimento dei costi vi sono decisioni e proposte che hanno visto una discussione iniziata nel 2017. Obiettivo, ridurre l'aumento quantitativo delle prestazioni non giustificato da ragioni prettamente mediche», ha aggiunto quindi Paolo Bianchi, Direttore della Divisione della salute pubblica. «Già prima di queste misure il tema dei costi dell'assicurazione malattia era un tema sensibile».
Margini di intervento cantonale? «Limitati - prosegue Bianchi -, ma vanno dal sistema di finanziamento ospedaliero tramite contributo globale alla nuova pianificazione ospedaliera. Ma anche la fissazione delle tariffe laddove i partner non trovano un accordo; un nuovo regime di pilotaggio dell'offerta medica ambulatoriale e la legge sull'autorizzazione delle attrezzature medico tecniche». «Più in generale, infine, sui costi delle cure incidono i progetti di promozione della salute e prevenzione delle malattie, il sostegno alla medicina di famiglia e l'introduzione della cartella sanitaria elettronica».
Ripartizione assicurati
«Le prime 11 casse malati (grafico) raggruppano il 91% della popolazione ticinese degli assicurati», è intervenuto quindi Matteo Veri, Collaboratore scientifico Area di gestione sanitaria.
«Abbiamo superato per la prima volta i 600 franchi di base (grafico). Sulle prime 11 casse malati la più conveniente ha un premio standard di 553,40 franchi», ha poi proseguito Veri. «La gran parte delle casse principali si muovono una variazione attorno al 9/10%, ma ve ne sono alcune che crescono meno, fra il 4 e il 6%».
«Il Ticino si conferma tra i cantoni con i premi più elevati (grafico). È complice la struttura della popolazione, maggiormente vecchia rispetto alla media svizzera, ma anche la struttura dell'offerta sanitaria e altre questioni. Il dato ticinese si scosta dal dato nazionale, a detta degli assicuratori malattia e dell'Ufsp, per un'esigenza di recupero», ha concluso quindi il collaboratore scientifico.