La denuncia in una lettera del Collegio cantonale delle esperte e degli esperti della scuola dell’obbligo.
BELLINZONA - Il Collegio cantonale delle esperte e degli esperti della scuola dell’obbligo (CCE) ha preso atto della proposta del Consiglio di Stato del Cantone Ticino di introdurre nel Preventivo 2024 misure di risparmio che andranno a toccare pesantemente i dipendenti cantonali e il servizio pubblico e interviene con una dura lettera per segnalare diverse criticità.
«Per quanto riguarda gli insegnanti, la misura è l’ultima di un’impressionante serie di tagli, richieste di contributo, mancati riconoscimenti salariali che negli ultimi trent’anni sono andati a colpire questa categoria professionale. I collegi delle Scuole medie superiori nella loro recente risoluzione congiunta su questo tema hanno fornito un elenco puntuale di tali provvedimenti, parlando giustamente di “stillicidio di penalizzazioni”. Il CCE, condividendo in toto i contenuti della citata risoluzione, prende atto con preoccupazione di come voci analoghe si siano alzate, comprensibilmente, in altri collegi della scuola pubblica, mostrando come le misure di risparmio indiscriminate siano state accolte con sconcerto», si legge nel documento
E subito dopo vengono fatti diversi riferimenti precisi. «Da un lato, si deplora come a livello sistemico i tagli prospettati non colpirebbero soltanto la scuola, ma tutto l’apparato statale, compresi settori estremamente importanti e sensibili come quello sociale e sociosanitario; dall’altro va segnalato come penalizzare i dipendenti pubblici suoni particolarmente improvvido in questo momento storico e congiunturale, caratterizzato da incertezze e timori legati all’indebolimento del potere d’acquisto come delle rendite pensionistiche».
Nelo specifico, nella scuola vengono segnalate critictà crescenti. «L’attacco agli stipendi cade in un contesto di crescente richiesta di compiti educativi e burocratici agli insegnanti, i quali vi fanno fronte con un impegno che non viene mai meno e che necessiterebbe piuttosto di fattivi riconoscimenti e appoggi da parte dell’istituzione. Nel loro compito di monitoraggio e accompagnamento, le esperte e gli esperti toccano con mano ogni giorno lo zelo appassionato e, allo stesso tempo, la fatica degli insegnanti della scuola dell’obbligo nel dare risposte alla complessità della professione, a cui la società e le istituzioni demandano incarichi e responsabilità sempre maggiori, spesso senza accordare tangibili attestazioni di sostegno. Il corpo docente versa in una situazione di malcelata frustrazione a fronte della quale ci si aspetterebbe dal mondo politico un agire diametralmente opposto a quello intrapreso con la richiesta di un ennesimo sacrificio salariale»,
Il CCE esprime vicinanza e solidarietà ai docenti e alle docenti di tutte le scuole cantonali, e in particolare a quelli delle Scuole medie, che «con buone ragioni, nei rispettivi consessi, hanno espresso contrarietà e indignazione al cospetto di quello che viene letto come un incomprensibile affronto al loro impegno quotidiano, alla loro professionalità. È solamente a difesa della stessa che alcuni dei collegi si sono spinti – con riluttanza e riaffermando tuttavia la totale salvaguardia del bene dell’allievo e del mandato didattico ed educativo – a lanciare un messaggio chiaro, adottando o prevedendo misure visibili, come sospensioni di attività (alcune esercitate, da sempre, senza congruo riconoscimento) e altre lecite azioni di protesta», spiega la lettera-denuncia.
Il Collegio cantonale delle esperte e degli esperti della scuola dell’obbligo «chiede che le misure di risparmio contenute nel messaggio relativo al Preventivo 2024 vengano ripensate; quelle ora previste, al di là delle logiche finanziarie e degli equilibrismi contabili momentanei, rischiano di avere ripercussioni pesanti anche sul futuro: in primis degli allievi e delle allieve, che costituiranno la collettività democratica di domani, degli insegnanti, la cui professione sta perdendo ormai da anni attrattività, e della scuola pubblica tutta, la qualità della quale dipende da quanto uno Stato è disposto a investirvi, certamente non solo in termini materiali». si chiude la missiva.