Musicista, insegnante e figlia d'arte (papà Maurizio è chitarrista), la ticinese racconta la scelta di cantare «l'equilibrio perfetto».
LUGANO - La ascolti cantare, chiudi gli occhi e ti trovi a «meditare». Sospeso tra il ritmo della bossa nova, «che viene dal samba», e le «melodie semplici e ricche che vengono dal cuore».
Lei è la cantante che non ti aspetti, perché dietro questa inedita scelta musicale, che appartiene alla tradizione verde-oro, c'è la voce di Elettra Chiaruttini, ticinese doc («sono nata a Sorengo») ma cresciuta ascoltando i dischi Joao Gilberto, accompagnati dalla chitarra di papà Maurizio.
Elettra, cos'è per te la bossa nova?
«Esprime un modo di sentire la musica e le cose. È un modo di essere. Uno stato d'animo difficile da definire».
Provaci.
«Tutto parte dall’ascolto di Joao Gilberto, che si può definire inventore della bossa nova e che aveva un modo di cantare quasi sussurrato, meditativo, non impostato, senza vibrato. È questo ciò che esprime il mio modo di intendere la musica: mi piacciono le melodie semplici e ricche, che vengono dal cuore e che si sposano con la raffinatezza delle armonie Jazz e la vitalità del ritmo che viene dal samba. Un equilibrio perfetto tra spontaneità delle melodie, sofisticazione delle armonie e vitalità del ritmo».
Il 25 agosto hai suonato alle Jazz Matinée di Chiasso*.
«Devo dire che sono molto emotiva, dunque il live è un momento con tante emozioni. Ho studiato pianoforte e fin da piccola suonavo musica classica in pubblico, ma in un contesto diverso. Esibirmi fa parte della mia vita ma nella mia emotività il piano è sempre stato un ostacolo, anche per questo, dopo gli studi, l'ho abbandonato. Invece con la bossa nova, vivo i concerti con più naturalezza e riesco a entrare abbastanza in fretta nell'atmosfera e a dimenticarmi delle persone».
Canti, sei diplomata in pianoforte al Conservatorio e insegni musica alle medie a Canobbio, qual è il tuo prossimo obiettivo?
«Mi piacerebbe approfondire il repertorio della bossa nova, cercando nuove sonorità e approcci musicali. Incluse nuove collaborazioni nell'ambito jazzistico e quelle con altri musicisti».
Oltre alla bossa nova c’è qualcos’altro?
«Mi piace anche la musica di matrice ispanica, come il bolero messicano di Natalia Lafourcade. Mi dedico alla musica popolare di quell'area ma mi sono anche iscritta alla Civica di Milano per approfondire il repertorio jazz nel canto, per ampliare le mie conoscenze generali e per suonare e cantare di più».
È da poco uscito il tuo primo album, intitolato "Bossa nova with my father".
«Le canzoni sono quelle della colonna sonora della mia infanzia, grazie alla chitarra di mio padre, Maurizio Chiaruttini, grande appassionato di questo genere, e alla voce di Joao Gilberto, i cui dischi risuonavano incessantemente a casa mia, ben prima che io nascessi».
Canti anche in italiano?
«Quasi mai in pubblico, non è un repertorio che ho fin qui affrontato. Anche se nei live canto spesso "Estate" di Bruno Martino, Joao Gilberto la cantava in italiano. Ma posso dire che di musica ne ascolto tantissima: sono stimolata dai nuovi generi. Cantanti italiani? Luigi Tenco, Vasco Rossi, e da piccola mi piaceva Jovanotti».
*Il 25 agosto, Elettra e Maurizio Chiaruttini si sono esibiti alle Jazz Matinée al Mövenpick di Chiasso, con un repertorio ispirato al disco Getz/Gilberto, una delle pietre miliari sia della storia del jazz, sia della storia della musica brasiliana. Con loro Olmo Antezana al sax tenore, Achille Giglio al contrabbasso e Marquinho Baboo Bacchereti alle percussioni..