Parte del personale sarebbe scontento. Il caso finisce all'Ufficio degli invalidi. Intanto il presidente della Fondazione smentisce.
BIDOGNO - Malumori, clima dittatoriale, scarsa comprensione per chi ha famiglia e in generale poco rispetto del personale. All'Istituto San Nicolao di Bidogno, in Capriasca, sembra esserci più di una cosa che non funziona. Stando ad alcune testimonianze, i dipendenti vivrebbero una situazione esasperante a causa dell'amministratrice e del presidente. E la questione sarebbe stata segnalata anche all'Ufficio cantonale degli invalidi.
Quattordici utenti da accudire – La struttura segue persone confrontate con disabilità psichiatriche. Quattordici utenti in totale che vivono e dormono sul posto. Il team lavorativo invece è composto da 24 persone. La maggior parte scontente, sempre secondo fonti di tio.ch.
Terrore – Paura e smarrimento. Sarebbero i principali sentimenti che si respirano tra i collaboratori dell'istituto. C'è chi si confida chiedendo l'anonimato più assoluto. Chi tace col terrore di essere licenziato. Il tutto si ripercuoterebbe sulla qualità dell'assistenza agli utenti, persone che necessitano di affetto e attenzioni per 365 giorni all'anno. La situazione parrebbe essere nota anche ai sindacati che stanno cercando di mediare con la direzione.
Lo stupore della controparte – Ma che ne pensa Erminio Della Torre, presidente del consiglio di fondazione della Fondazione San Nicolao? «Sono stupito – ammette –. So che ci sono alcuni punti da sistemare, ad esempio in merito a orari di lavoro e turni. Ma si tratta di questioni di routine che si ritrovano anche in altre strutture in cui occorre garantire un servizio 24 ore su 24».
«Il clima è buono» – Della Torre si dichiara sorpreso anche quando si fa riferimento a un presunto clima negativo. «Mi sento di dire al contrario che il clima è buono – sostiene –. Certo, non si può accontentare tutti. Non so nulla di una possibile inchiesta da parte dell'Ufficio degli invalidi».
«Metteteci la faccia» – Il presidente del consiglio di fondazione conclude con una considerazione. «Questi dipendenti che si rivolgono ai media chiedendo l'anonimato dovrebbero avere il coraggio di venire nel nostro ufficio e metterci la faccia. Abbiamo sempre ascoltato tutti».