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CANTONETruffa del vino: le bottiglie messe all'asta preoccupano il settore vitivinicolo

07.07.23 - 12:01
L'Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese ha presentato le sue rimostranze al Dipartimento delle Istituzioni
Depositphotos (TarasMalyarevich)
Truffa del vino: le bottiglie messe all'asta preoccupano il settore vitivinicolo
L'Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese ha presentato le sue rimostranze al Dipartimento delle Istituzioni

LUGANO - Quel vino non verrà distrutto. Ma venduto all'asta. Stiamo parlando delle circa 30mila bottiglie poste sotto sequestro e finite in tribunale per una truffa da 1,6 milioni di franchi che ha radici in Ticino. Sulla decisione del giudice Amos Pagmanenta di travasare la bevanda considerata ancora buona e di lasciarla quindi sul mercato interviene oggi l'Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese (Ivvt) che si dice sorpresa e che si oppone alla rivendita delle bottiglie.

Innanzitutto, si legge in una nota diramata oggi, i professionisti del settore fanno sapere di avere interpellato le autorità doganali, appurando che di norma «la merce sequestrata per importazione illegale viene distrutta». Ma perché in questo caso la soluzione è diversa? La motivazione del giudice è che «sarebbe peccato distruggere un alimento quale è il vino».

I professionisti del settore tengono quindi a sottolineare alcuni aspetti: «Se come riportato dai media, vinificando della Barbera siano riusciti a ottenere vini così diversi, è legittimo presumere che siano stati aggiunti aromi, glicerina, tannini e/o altri prodotti per imitare i prodotti originali. Inutile aggiungere che queste pratiche sono vietate e, in questi casi oltre alla contraffazione è lecito presupporre anche la sofisticazione».

Inoltre, aggiunge il direttore dell'Ivvt Andrea Conconi in una nota, «la messa in commercio di 30’000 bottiglie andrà sicuramente a colpire chi lavora in maniera corretta e che già soffre l’agguerrita concorrenza dei vini di importazione. Quale organo competente di settore ha informato le autorità sulla dicitura legale con la quale potrà essere messo in commercio tale vino?».

L'interprofessione ritiene, si legge ancora, «che il vino, in assenza di documenti veritieri che attestino la provenienza dei vini, questi debbano essere declassati alla terza categoria con la denominazione vino da tavola di origine Europea, senza annata, senza nome di fantasia e senza immagini che possano trarre in inganno il consumatore. Il valore di mercato di una simile bottiglia sullo scaffale non può superare i Chf 2.-/3.-.». Viene sottolineato inoltre come non basterà lavare le bottiglie e privarle delle etichette, ma sarà anche necessario sostituire i truccioli.

Date le numerose preoccupazioni per il settore, l'Ivvt ha presentato le sue rimostranze al Dipartimento delle Istituzioni e chiesto che il vino sequestrato non sia messo all’asta.

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COMMENTI
 

Evry 1 anno fa su tio
Che vergogna, quel miscuglio di vino va eliminato o distillato ....

Evry 1 anno fa su tio
E inoltre fuori i nomi !!! anche se quello del mendrisiotto residente nel luganese è ben conosciuto.

Evry 1 anno fa su tio
Vergogna !!! vino derivante da truffa messo all'asto solo se l'introito va nelle casse del cantone e non in quelle dei truffatori condannati !!!!

Gus 1 anno fa su tio
Visti i prezzi alti da loro praticati, hanno paura di doverli abbassare.

MMMM 1 anno fa su tio
Ma chi sarà quel pollo che investe in vino di scarsa qualità??

bradipo 1 anno fa su tio
Risposta a MMMM
Probabilmente, in vari grotti, quest'autunno il salmì di cervo balcano sarà mantecato in Barbera italiano...

Lore55 1 anno fa su tio
Do pienamente ragione agli esperti ma, si soffermino pure sui prezzi che praticano, e impongono, nella vendita dei loro vini.

bradipo 1 anno fa su tio
Risposta a Lore55
Un paio di giorni con me in quei vigneti chiamati "eroici" e i prezzi "imposti" non ti risulteranno più così alti!
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