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CANTONEPerché il turismo aumenta (quasi) ovunque tranne in Ticino?

08.08.24 - 06:30
Le ragioni analizzate da Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo
Ti-Press
Perché il turismo aumenta (quasi) ovunque tranne in Ticino?
Le ragioni analizzate da Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo

LUGANO - Crescono ancora, ma non in Ticino. I dati sui pernottamenti in Svizzera continuano ad aumentare: secondo l’Ufficio federale di statistica, nel primo semestre ne sono stati registrati 20,1 milioni, il 2,4% in più rispetto all’annata record del 2023.

Cause strutturali e contingenti - In controtendenza il Ticino: si tratta della regione del paese in cui il calo è più marcato, sia in giugno (-3,7%), sia nel primo semestre (5,8%). Segno meno anche per il Vallese e la Svizzera orientale. Per quanto riguarda il nostro cantone, i motivi del risultato, come sottolineato dal direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta, possono essere sia strutturali sia contingenti.

Meteo e "fuga" all'estero degli svizzeri - Ci aspettavamo una diminuzione dei visitatori elvetici - commenta - una clientela molto importante soprattutto per gli alberghi. Il calo, però, è stato superiore rispetto alle attese. Ha influito, poi, il maltempo: a giugno abbiamo avuto solo 10 giorni di sole, nel 2023 furono 16. Se poi andiamo indietro fino a Pasqua, la meteo è stata ancora peggiore».

Trend in calo - Inoltre, ha contribuito in misura negativa il «tunnel ferroviario del Gottardo ancora chiuso» e le devastazioni causate dalle precipitazioni in Mesolcina. Per quanto riguarda i pernottamenti, il risultato degli ultimi sei mesi si inserisce in un trend negativo che dura dal 2023. «Il 2021 e il 2022 furono però anni record - precisa Trotta - e, in ogni caso, siamo 4,7 punti percentuali al di sopra del 2019, che fu un anno molto buono».

Campeggi e affitti a corta durata - Due statistiche a parte riguardano i campeggi e gli affitti a corta durata: i primi sono in sofferenza, «più degli alberghi». I secondi, invece, cavalcano un trend positivo, segno di una fetta di mercato sempre maggiore a loro appannaggio.

Le riflessioni - C’è preoccupazione? «Un po’ sì, non lo nascondiamo - spiega il direttore - non ci piace essere il fanalino di coda. Stiamo facendo delle riflessioni: a cortissimo raggio, siamo intervenuti di fronte ai danni del maltempo in Mesolcina e in Vallemaggia. Abbiamo anche messo in campo due campagne ad hoc».

«Budget limitato» - Guardando più in là, c’è l’idea di «riorientare la strategia, cercando di destagionalizzare e di investire maggiormente sui mercati esteri (meno dipendenti dal meteo). Purtroppo, il budget è in leggera diminuzione. I mezzi che abbiamo sono limitati e ci vuole tempo per cambiare i flussi turistici.

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