I Verdi attaccano il Municipale Simone Gianini per un presunto conflitto d'interesse fra due cariche «non compatibili».
Per il diretto interessato si tratta di «sterili polemiche». Il PLR: «I risultati ottenuti da Gianini sono sotto gli occhi di tutti».
BELLINZONA - A Bellinzona si scaldano i motori in vista della volata elettorale che porta al voto del 18 aprile. I Verdi attaccano il PLR - tramite un'interpellanza - per un presunto conflitto d'interessi che coinvolge due dei suoi tre rappresentanti in Municipio (Andrea Bersani e Simone Gianini). Il PLR risponde sostenendo che si tratta solo di «sterili insinuazioni e vili attacchi personali».
Ma andiamo con ordine, focalizzandoci sul "j'accuse" rivolto al municipale responsabile del Dicastero territorio e mobilità Gianini e al contempo membro del comitato direttivo nazionale dell'ACS (Automobile Club Svizzero). Un'associazione che difende gli interessi degli automobilisti. Proprio per questo, secondo i Verdi, un ruolo all'interno di essa non è compatibile con la gestione della mobilità della capitale, ma anche dell'intera regione (Gianini rappresenta la Città nella Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese, organo che presiede).
Incompatibilità fra le cariche - «Se lui fosse un semplice membro sarebbe più che legittimo, ci mancherebbe. Ognuno può avere le sue convinzioni e portarle avanti in ambito politico. Il grosso problema è che lui è un dirigente di questa associazione e come tale sarà sicuramente ricompensato», spiega Ronnie David, che assieme a Marco Noi ha depositato l'interpellanza. Insomma, fa notare David, «è come se il presidente di Pro Velo fosse a capo della mobilità di una città. Normale che spingerebbe sistematicamente sulle piste ciclabili».
La mobilità è un problema - E potrebbe quindi essere questo uno dei motivi per cui, nonostante per stessa ammissione di David siano stati fatti degli investimenti nella mobilità ciclabile, la situazione resta troppo frammentata: «A Bellinzona mancano percorsi ciclabili e pedonali sicuri e in rete tra di loro». Ma vi sono altri problemi, «come la concomitanza ai semafori dell'arancione (per le auto) con il verde (per i pedoni) o ancora i troppi investimenti nella mobilità individuale motorizzata», illustra il consigliere comunale dei Verdi.
Polemiche sterili - Da noi contattato, Simone Gianini non ha voluto prendere posizione sulle affermazioni contenute nell'interpellanza: «Da un lato perché essendo un atto parlamentare è il Municipio a dover rispondere, dall'altro perché non voglio scendere in sterili polemiche». L'ha però fatto per lui il suo partito, che con una nota stampa ha definito le parole dei Verdi «sterili insinuazioni e vili attacchi personali dall’unico e smaccato tenore elettorale». Per poi rilanciare con una domanda: «Per non essere rimproverati si può aderire solo ad associazioni ambientaliste o di sinistra?".
Risultati sotto gli occhi di tutti - Contrariamente da quanto sostenuto dai Verdi, il PLR sottolinea i risultati ottenuti da Gianini negli ultimi otto anni di attività politica: l’introduzione del trasporto pubblico del Bellinzonese con un’offerta più che raddoppiata in pochi anni e il miglioramento dell’infrastruttura al servizio dell’utenza, l’estensione delle zone 30 in tutti i quartieri del nuovo Comune, la realizzazione di innumerevoli collegamenti ciclabili e pedonali, così come la creazione sin dal 2012 di una Sezione della mobilità comunale che risponde alle richieste in tema di mobilità sostenibile e sicurezza della popolazione.
Insomma, che sia lenta o veloce, individuale o collettiva, a Bellinzona la mobilità fa comunque rumore.